cronaca

Siciliano di Acireale, ha diretto le questure dell'Aquila e di Bolzano, "incuriosito dal centro storico"
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Comincia oggi alle 8.30 nella questura di Genova con la cerimonia privata e sempre toccante della deposizione di una corona d'alloro ai caduti del corpo e il saluto ai funzionari l'era del nuovo questore Orazio D'Anna che prende il testimone di Vincenzo Ciarambino che nel palazzo di via Diaz ha lasciato il segno e un po' di cuore, promosso a dirigere la questura di Torino.

D'Anna, 61 anni, baffoni da sceriffo, è da tutti definito "una persone perbene", sembra avere le carte in regola per fare breccia nel cuore di tutti.

Voluto con forza in una città difficile e complicata e per tanti ancora ferma alle ferite del G8 2001 dalla stessa ministra dell’Interno Luciana Lamorgese, "lo sceriffo" D'Anna, arriva dopo esperienze importanti, sul fronte dell'ordine pubblico, i servizi dove spesso si bruciano o fanno schizzare in alto le carriere dei dirigenti, ma anche da investigatore nella Digos, la polizia politica, la più delicata e forse più complessa anche se non affascinante e da film come la squadra mobile degli omicidi, rapine e furti.

In polizia dal 1985, laureato in giurisprudenza, sposato, due figli, D'Anna ha infatti svolto incarichi a Roma, appunto il reparto mobile, poi a Milano dove nel 1987 era funzionario addetto all’ufficio ordine pubblico, quindi dal 1992 dirige il commissariato di Quarto Oggiaro, mentre nel 1996 diventa vice dirigente della Digos.

Nel 1999 D'Anna dirige il commissariato di Greco-Turro spostandosi poi a quello di “Garibadi-Venezia”, Centro e, dal 2007, diventa vicario del questore di Milano. Ci sono le esperienze da questore, all'Aquila e a Bolzano, due città di montagna, così diverse dalla sua Acireale, invece così simile all'ultimo suo approdo, Genova appunto.

"Una città che non conosco" ha risposto al primo cronista
che l'ha chiamato dalla Liguria nei giorni scorsi quando era ancora a Bolzano, e alla considerazione sul centro storico nodo perennemente irrisolto per spaccio e microcriminalità, ha risposto: "Mi incuriosisce, ma credo che più che un problema possa e debba diventare una risorsa della città".

Rimane solo da apprendere quanto tempo passerà per la sua prima passeggiata fra i vicoli di Prè e della Maddalena: fra le bellezze architettoniche che lasciano senza fiato e spacciatori appostati a ogni angolo che invece quasi mai lasciano il passo.