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In sala ‘The suicide squad – Missione suicida’ e ‘All my life’
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In un fine settimana monopolizzato nelle arene estive cittadine da ‘Come un gatto in tangenziale – Ritorno a Coccia di morto’, qualcosa d’altro in sala riusciamo comunque a trovarlo. Come ad esempio, per chi ama i Supereroi e l’avventura, ‘The suicide squad – Missione suicida’, se vogliamo la risposta della DC Comics alla ‘Black widow’ targata Marvel.

Il film condivide personaggi e in parte interpreti (vedi Margot Robbie e Viola Davis) di ‘Suicide squad’ che nel 2016 se pure stroncato dalla critica incassò in tutto il mondo la strabiliante cifra di 700 milioni di dollari ma non ne rappresenta un sequel prendendo vie autonome rispetto all’originale. Protagonisti, allora e adesso, sono comunque un gruppo di Supereroi supercattivi, criminali meta-umani, che vengono fatti evadere da un penitenziario che ospita la peggiore feccia dell’umanità per essere utilizzati in una pericolosissima missione sull’isola di Corto Maltese (!) dove praticamente rischieranno la morte ad ogni passo.

La sorpresa del film è che non è semplicemente o soltanto un fumettone super-eroistico ma piuttosto, come ha scritto qualcuno, ‘un caleidoscopio psichedelico di anime cinematografiche diverse’. È una formula che nel passato è stata utilizzata in una vasta gamma di generi, dal western ai film di guerra: la storia di un gruppo di violenti, cattivi, egoisti e individualisti che entrano nella mischia e piano piano da massa di sbandati si trasformano in una piccola e unita comunità di valorosi combattenti. Personalmente mi ha ricordato ‘Quella sporca dozzina’ di Robert Aldrich soprattutto nel suo cinismo e nella sua freschezza narrativa. La novità sta però nella scelta estetica utilizzata che è quella del caos continuo perché ‘The suicide squad – Missione suicida’ è un ottovolante senza freni e nello stesso tempo una commedia d'azione molto ben strutturata che alterna in maniera politicamente scorretta violenza e umorismo. E la morale di fondo – non disprezzabile – è che forse molti di noi potrebbero essere eroi, se solo ne avessero la possibilità.

Per gli amanti della commedia pura e delle storie romantiche c’è invece ‘All my life’ che porta sullo schermo una vicenda realmente accaduta ad una giovane coppia canadese (bravi gli interpreti Jessica Rothe e Harry Shum Jr.) che viene devastata dalla notizia di un cancro terminale diagnosticato all’uomo per cui – dal momento che ogni centesimo che hanno lo utilizzano per le cure necessarie in questa drammatica situazione - decidono di aprire una raccolta fondi riuscendo a organizzare il loro matrimonio in poche settimane.

Niente che non abbiamo visto prima, a partire da ‘Love story’: il vero amore messo alla prova da una malattia terribile, una storia creata per scaldare il cuore anche nella tragedia. Ma al di là di tutto e nonostante non cerchi di affrontare problemi esistenziali né sia interessato a mostrarci le devastazioni fisiche ed emotive che una terribile malattia porta con sé, se sei dell'umore giusto per un racconto triste su una coppia perfetta che coglie l’attimo e impara a ottenere il massimo dal tempo che ha a disposizione, ‘All my life’ – lo dico sottovoce ma lo dico lo stesso anche perché non sono così cinico come mi piacerebbe essere – in fondo in fondo può anche funzionare.