
Sono solo i fatti più gravi dell'ultimo week end nella movida sempre più esagerata e allargata che ora abbraccia non solo il centro storico, dove le forze di polizia alzano bandiera bianca e gli amministratori ipotizzano di trasferire i locali per tiratardi lontano dalle abitazioni, ma anche il resto della città, a conferma che il problema non è solo la gestione della città vecchia ma anche l'educazione e il controllo dei ragazzi tornati liberi dopo l'anno orribile del lockdown e del coprifuoco.
La mappa della malamovida parte dai giardini di piazza Duca degli Abruzzi, a Nervi, e passando dai giardini di Quinto, piazzale Rusca e via Gianelli, tocca Albaro, davanti al centro commerciale delle piscine e corso Italia, davanti allo storico Baretto.
A Ponente i problemi più gravi sono in piazza Vittorio Veneto, a Sampierdarena, dove l'altra notte c'è stata una rissa con una decina di ragazzi coinvolti: alcuni, di origine sudamericana, sono stati fermati e denunciati. Ma è una goccia nel mare.
Il focus della movida esagerata però rimane il centro storico, nella città vecchia, il buco nero più ampio e pericoloso fra via San Donato, via San Bernardo, Sottoripa, piazza Raibetta, con risse e schiamazzi sino alla mattina, dove il comitato "Vivere il centro Storico", combatte la sua battaglia per non morire diffondendo i video dei cori, delle risse sino all'alba, raccontando che così è impossibile rimanere nel centro storico.
Inutile sino ad oggi anche l'appello al prefetto di Genova Renato Franceschelli, fra i caruggi non cambia niente: "Qui non si dorme mai e con il passare degli anni ci rimettiamo la salute" avverte esausta Franca Giannini, del comitato "Vivere il Centro Storico".
IL COMMENTO
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