cronaca

La testimonianza di Cinzia Pintori: "Né il verbale né il voto sono conformi nei loro contenuti"
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"Il verbale dell'adunanza dell'1 febbraio 2018 (quando venne approvato il progetto di retrofitting, il lavoro di rinforzo delle pile 9 e 10 del ponte Morandi) è stato modificato a posteriori". A metterlo nero su bianco è la funzionaria del Provveditorato alle opere pubbliche della Liguria, Piemonte e Valle d'Aosta, Cinzia Pintori, sentita come persona informata dei fatti dal pm Massimo Terrile. La sua testimonianza è stata inserita tra le carte depositate dalla guardia di finanza per la conclusione delle indagini. A breve la procura chiederà il rinvio a giudizio per la maggior parte dei 69 indagati, oltre alle due società.


 
"Dopo il crollo del viadotto Polcevera - ha spiegato Cinzia Pintori al pm - ho letto il voto perché è stato pubblicato su internet e ho rilevato che la motivazione non rispecchiava la discussione svoltasi nel corso dell'adunanza. Brencich -l'architetto indagato nel procedimento - non ha espresso le osservazioni che compaiono nell'ultimo capitolo che sono certamente state inserite a posteriori modificando il verbale dell'adunanza".


E ancora. "Nel caso del Polcevera né il verbale né il voto sono conformi nei loro contenuti a quanto detto e relazionato nel corso dell'adunanza". Pintori lamenta anche il fatto che a parlare del retrofitting fosse stato solo il responsabile unico del progetto Paolo Strazzullo (tra gli indagati) . "Era come ascoltare, al mercato, un imbonitore che esalta la qualità della sua merce: perché il progetto era merce di Autostrade e perché il potenziale acquirente era l'organo collegiale pubblico, di cui anch'io facevo parte e che doveva esprimere il suo parere (teoricamente) 'terzo'". Inoltre, i membri del comitato non dovevano fare rilievi sui progetti. "Chi metteva bastoni fra le ruote veniva poi escluso dalla presentazione di altri progetti"