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L'allenatore, nonostante i casting da avanspettacolo, è vaccinato e pronto ad ogni soluzione
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 Dopo un primo tempo sottotono, dove la coppia di riservisti d’attacco (Verre-Lagumina), mal supportata dall’acerbo Damsgaard, ha faticato ad infastidire il Verona, che è andato al riposo giustamente in vantaggio per effetto del gol di Lazovic, il vaccino di qualità e senza controindicazioni inoculato da Ranieri alla Sampdoria nella ripresa (Candreva, Keita, Gabbiadini) ha sortito gli effetti desiderati, cambiando volto alla squadra e per gli avversari non c’è stato nulla dare fare.



I tre gol – di Jankto (che subito dopo avrebbe potuto raddoppiare), Gabbiadini su sacrosanto rigore e Thorsby con la complicità di Silvestri – ha regalato alla Samp la seconda salvezza tranquilla consecutiva dell’era Ranieri. Anzi, essendo quello con il Verona un potenziale scontro diretto per l’ottavo/nono posto (in lotta c’è anche il Sassuolo), il balzo in avanti dei blucerchiati è stato ancora più significativo.



Grazie sir Claudio, perché malgrado l’ostilità di molti tifosi e la “gogna” a cui ti ha esposto nell’ultimo mese la società, impegnata in casting da avanspettacolo, hai condotto in porto la navicella sampdoriana con sicurezza, galanteria e a tratti anche spunti di bel gioco. D’accordo, il tuo ingaggio è da baronetto, ma non sempre i soldi sono sinonimo di risultati (vedasi Di Francesco). Ranieri vuol dire fiducia, garanzia di ottenere il massimo del possibile.



Alla società va dato atto – e personalmente lo avevo già fatto a scatola chiusa a settembre – di avere allestito una rosa più che attrezzata per raccogliere senza patemi almeno 45 punti, con elementi di qualità come Candreva, Silva e Keita, che si sono espressi a corrente alternata ma hanno comunque fatto il loro, specie il primo, poi il terzo, infine un po’ meno il secondo. Keita nel secondo tempo col Verona ha fatto vedere di che pasta è fatto, peccato davvero per la discontinuità mentale e caratteriale che ne ha compromesso la carriera.



Ma c’erano anche altre formazioni blasonate e dotate di un buon organico (Fiorentina, Torino, Cagliari), eppure hanno sofferto e stanno ancora soffrendo. La Sampdoria mai. La differenza l’ha compiuta il manico saldo e sicuro di Ranieri, non sofisticato forse, ma pragmatico ed efficace.



Questa sarà la settimana decisiva per sapere se resterà o andrà via dalla Sampdoria. Il trattamento ricevuto, sui social da molti tifosi e in pubblico dalla società, non è stato dei migliori, ma lui è uomo vaccinato e concreto e questo non influirà sulla sua volontà di rimanere o andarsene. Mentre Corte Lambruschini avrà l’opportunità di pentirsi o di imboccare (legittimamente) un’altra strada.



In merito, confermo quanto sostenuto poco meno di due mesi fa: 20% Ranieri, poi uno tra Stankovic (balzato in pole, grazie alla sponsorizzazione di Mihajovic) e Gotti. Intanto, c’è un finale di campionato da onorare e nel quale prendersi ancora qualche bella soddisfazione, magari pure a beneficio di una porzione di pubblico finalmente allo stadio.



P.s. Bello striscione degli Ultras al funerale dell’Ing. Luigi Sinesi, non sento necessario dover aggiungere altro, se non le rinnovate condoglianze alla famiglia ed un pensiero affettuoso a lui che, nonostante gli incipienti problemi di salute, aderì al mio invito personale e venne alla presentazione del mio libro, "L’allenatore torna sempre con la sua squadra", in cui si parla con affetto e riconoscenza anche di lui.