cronaca

L'appello di Amt: "Denunciate entro 72 ore per recuperare i filmati a bordo"
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Masturbarsi in autobus a Genova è legale? Iniziava così la lettera di Benedetta, che ha totalizzato nel giro di qualche giorno più di 75 mila visualizzazioni sui social. Tutto è nato dalla storia della sua migliore amica Kimberly.

"Erano le 9 del mattino, si trovava sulla linea 7 ferma a Principe: un uomo è salito sul suo stesso autobus e poi ha iniziato davanti a lei a fare atti osceni", racconta a Primocanale Benedetta Castellaro, che ha poi lanciato anche una petizione sui social. "Quando è scesa dal mezzo, l'uomo l'ha seguita per poi entrare in un locale. Dopo aver segnalato la cosa al personale di Amt ed essere andata in questura a fare la denuncia, il carabiniere incaricato per consolarla le ha detto: 'Però devo dirle che è proprio una bella ragazza'. Una frase non assolutamente consona alla situazione". E che fa capire che c'è tanto ancora da fare


Il dibattito dai social si è spostato in Consiglio Comunale che all’unanimità ha approvato la convocazione di un tavolo con assessorati, mondo della scuola, università e Amt. L'obbiettivo è quello di fare azioni di sensibilizzazione e formazione rivolte al personale dell'azienda di trasporto pubblico cittadina, agli studenti delle scuole e alla cittadinanza per riconoscere, affrontare e superare situazioni di molestie vissute o in prima persona o a cui ci si è trovati ad assistere. Amt ha ricordato l’importanza di denunciare questi episodi il prima possibile, almeno entro le 72 ore, alle forze dell’ordine per poter accedere ai filmati delle telecamere presenti a bordo. "I nostri autisti non sono degli agenti e non possono intervenire, ma possono aiutare la vittima con la chiamata agli agenti". Ma denunciare non è facile, come dimostrano le centinaia di storie sommerse. 


"Dopo la mia lettera, in cui avevo già raccolto altre voci, mi sono arrivate più di 300 testimonianze che diventeranno parte di un progetto editoriale per far arrivare il tema anche a livello nazionale", spiega Benedetta. "Non è facile parlarne e denunciare". La vergogna, la paura, la mentalità, il disgusto. Proprio per questo sarà possibile inviare anche in via anonima la propria 'denuncia' personale (CLICCA QUI). L'obbiettivo è far sì che questo non cada nel dimenticatoio come una qualsiasi notizia di cronaca, ma che se ne parli sempre più per cercare di contrastare un fenomeno purtroppo sempre più diffuso e non soltanto a Genova o in Liguria.