cronaca

In Liguria solo un terzo del totale delle assunzioni a tempo indeterminato è destinato ad una donna
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La crisi "Covid" ha pesato sulle spalle delle donne: il fallimento delle politiche di condivisione e conciliazione, la contemporaneità dell'aumento del peso nei settori della cura e di pubblica utilità, sommati alla crisi economica nei comparti con maggiore tasso di occupazione femminile legati alle politiche di contenimento del virus, ha pesato prevalentemente sulle donne.
Per la Giornata Internazionale delle Donne. la Cgil Liguria propone una riflessione sul mercato del lavoro declinato al femminile, interrogandosi e proponendo soluzioni tese a porre condizioni di effettiva parità di genere.







Così mercoledì 3 marzo a partire dalle 16 sui canali social, Cgil Liguria si terrà la tavola rotonda dal titolo "Donne e lavoro: costruire il futuro". In Liguria solo un terzo del totale delle assunzioni a tempo indeterminato è destinato ad una donna, ed in tutte le tipologie di assunzione il tempo pieno per le donne è sempre l'eccezione. I dati sulle assunzioni in Liguria nel corso del 2020, elaborati da Marco De Silva dell'Ufficio Economico Cgil Liguria, fotografano una realtà in cui le differenze tra uomo e donna in ambito lavorativo sono ancora troppo marcate.


"Anche al netto della pandemia la parità di genere è una chimera per molte donne lavoratrici - sottolinea Fulvia Veirana Segretaria Generale Cgil Liguria - il Covid ha solo peggiorato una situazione preesistente con il fallimento delle politiche di condivisione e conciliazione".


I dati evidenziano come in Liguria nei primi 9 mesi del 2020 ci siano stati 59 mila contratti in meno (che non corrispondono ad occupati, ma al numero dei contratti stipulati nel periodo di riferimento) con un drastico calo di quelli a tempo determinato. Restringendo il campo al focus di genere i dati dell'Osservatorio Inps sul precariato indicano in 43.073 le assunzioni al femminile contro le 68.283 del 2019 con una contrazione del 36.9 per cento, pari a meno 25.210 contratti; e come se non bastasse il 52,6% delle assunzioni femminili è a tempo parziale. Le assunzioni femminili a tempo indeterminato hanno rappresentano il 12.1 per cento del totale con un calo di 2.060 contratti (-28.3 per cento) rispetto al 2019. Il calo più marcato è per i contratti a tempo determinato con un calo del 43,9 per cento rispetto all'anno precedente (28.681 assunzioni del 2019 contro le 16.096 del 2019, con una contrazione di 12.585 contratti).


Ma tutte le altre tipologie contrattuali sono in calo rispetto al 2019; il lavoro stagionale (-21,6%), la somministrazione (-31,6%), l'apprendistato (-36,2%) ed il lavoro intermittente (-40%). La pandemia ha colpito soprattutto gli ambiti in cui le donne sono sovra-rappresentate come il terziario (92,6% delle assunzioni) ed al suo interno i settori del turismo e del commercio