cronaca

Viaggio nelle realtà economiche della Liguria per ascoltare problemi vissuti e prospettive di rilancio
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"L'altalenarsi di colori ci ha fatto venire l'esaurimento nervoso". Dal bancone di un bar di Genova il messaggio è chiaro. E' dall'autunno che in Liguria come nel resto del Paese baristi, ristoratori e non solo devono fare i conti con le chiusure e i divieti a settimane alterne. Un problema che pone l'accento anche sulle. "Abbiamo fatto tanti sacrifici, tante ore di lavoro in più, fate più controlli ma ora lasciateci lavorare" è l'appello di Nunzia che gestisce un bar a tempistiche per le fornitura, elemento economico centrale per chi lavoro nella ristorazione Genova.

Primocanale con la sua inchiesta su un anno di Covid vuole fare il punto sulla situazione, come le attività economiche hanno affrontato questi ultimi dodici mesi. Parrucchieri, negozi di prodotti per la casa e per le persone, le agenzie di viaggio: i settori che hanno visto stravolgere la propria quotidianità sono tanti, praticamente tutti.

"E' stato un anno di estrema difficoltà, di problemi di disorganizzazione (dallo Stato ndr). Ci sono state mancanze per quanto riguarda la comunicazione nei confronti dei commercianti. Ora è cambiato che c'è Mario Draghi che ha un potere molto solido, è uno abituato a parlare con il contagocce perché sa che le cose dette vanno mantenute" spiega a Primocanale Paolo Odone presidente di Ascom Genova.


"Il primo lockdown è stato disastroso. Quando abbiamo riaperto i vecchi clienti sono venuti a comprare ad aiutarci. La speranza è nel vaccino ma le nuove varianti del virus preoccupano e temo vivremo un nuovo lockdown". Luigi ha un negozio di telerie per la casa e le persone nel centro storico di Genova. L'aspetto positivo - spiega ancora il presidente di Ascom Genova Odone - è che ora il vaccino ora c'è ma non ce n'è abbastanza, vivremo ancora mesi difficili. Ma c'è voglia di ripartire, abbiamo visto che appena le misure si allentano le persone escono, hanno voglia di comprare, fare. Da qui bisogna ripartire".


Tra le realtà che hanno subito maggiormente le conseguenze del primo lockdown ci sono i parrucchieri. Massimo gestisce il suo negozio a un passo da piazza Corvetto a Genova e spiega come in questo periodo proprio l'aspetto psicologico sia stato un elemento che ha cambiato le abitudini di tutti tra paura e meno voglia e necessità di uscire anche per l'utilizzo su ampia scala dello smart working. "Speriamo nel vaccino, ci adattiamo al mercato del lavoro e combattiamo" racconta.

E poi ci sono le agenzie di viaggio che hanno visto praticamente annullare totalmente il proprio lavoro. "Abbiamo perso un anno di vita, difendiamo ostinatamente i livelli di lavoro - racconta un altro Massimo, questa volta titolare di un'agenzia di viaggio a Imperia -. La gente viene a salutarci, non compra ma ci sta vicino, sa che siamo in difficoltà. In questo anno abbiamo perso alcune centinaia di migliaia di euro. La bella Italia la visitano tutti". Il Covid ha cambiato tutto. "Un tempo i turisti partivano dalla Germania e arrivano in Riviera in macchina, ora non è più così ma dobbiamo ricordare che visitare vuol dire conoscere e conoscere vuol dire essere più consapevoli di quello che è il mondo".

Già, proprio il mondo dei viaggi è quello che ancora adesso, con il mondo che inizia a prendere le misure al virus, è quello che continua a pagare il prezzo più alto. In Italia la novità portata dal governo Draghi è proprio nella nascita per la prima volta di un ministero esclusivo del Turismo, un ministero dotato di portafoglio. "Questo è un elemento importantissimo - racconta ancora Odone -. Bisogna inoltre considerare che l'Italia è uno dei popoli che ha i maggiori risparmi. Vedo la possibilità di una grande ripartenza per chi sarà in grado di accettare le nuove sfide. Nulla sarà come prima ma bisognerà essere bravi e intraprendenti nell'affrontare i cambiamenti imposti. A Genova ad esempio abbiamo delle eccellenza della tecnologia, penso all'IIt, e penso anche al porto che è centrale, digitalizzazione in questo senso è un elemento importantissimo per il futuro del lavoro".