cronaca

Il ministro Speranza firma l'ordinanza
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Ai fini del contenimento dell'epidemia da Covid-19, le istituzioni scolastiche secondarie di secondo grado adottano forme flessibili nell'organizzazione dell'attività didattica, in modo che, dal 7 gennaio al 15 gennaio 2021, sia garantita l'attività didattica in presenza al 50 per cento della popolazione studentesca. La restante parte dell'attività è erogata tramite la didattica digitale integrata. E' quanto prevede l'ordinanza firmata dal ministro della Salute Roberto Speranza e pubblicata in Gazzetta Ufficiale.


La scuola superiore prova a ripartire, almeno a metà. Finite le feste si torna in classe al 50% e non al 75% come inizialmente trapelato. L'obiettivo è un graduale ritorno alla normalità senza tuttavia affollare le classi. Giovedì 7 gennaio salvo nuovi cambi di rotta da Roma buona parte dell'Italia dopo le limitazioni delle feste tornerà in zona gialla. Sicuramente la Liguria che già lo era nella fase precedente alle restrizioni natalizie. Insieme alle scuole tornerà a ritmo anche le altre normali attività con bar e ristoranti aperti.

Tutto questo pone l'accento sulla vecchia problematica: quella del trasporto pubblico. Il rientro in classe dopo le feste natalizie "rappresentava e rappresenta un momento di elevata criticità" per quanto riguarda il trasporto pubblico locale in riferimento all'emergenza sanitaria. A ribadirlo è il ministro dei Trasporti, Paola De Micheli, secondo la quale "pianificare gli orari delle città diviene una misura indispensabile per poter garantire la riapertura delle scuole".

Negli scorsi giorni in prefettura a Genova è stato messo nero su bianco un piano che prevede il potenziamento dei mezzi di trasporto dedicati. Un 'Documento Operativo' per assicurare il raccordo tra gli orari di inizio e termine delle attività didattiche e gli orari del servizio pubblico locale, urbano ed extraurbano. Il documento, condiviso dai componenti del Tavolo di coordinamento istituito presso la Prefettura di Genova, prevede due fasce differenziate per l'ingresso in aula degli studenti: 7.45-8.00 e 9.30-9.45.

L'obiettivo è evitare situazioni di sovraffollamento a bordo di autobus e treni, tenuto conto dell'attuale riduzione al 50% del coefficiente di riempimento dei mezzi di trasporto spiega in una nota la prefettura. E' stata concordata, per ciascun Istituto scolastico, una distribuzione degli studenti tra le due diverse fasce d'ingresso, nella misura rispettivamente del 30% e del 45%, al fine di alleggerire i mezzi di trasporto nella prima fascia oraria, utilizzata anche da lavoratori e pendolari.

"Considerato che il trasporto urbano è sempre assicurato anche nella fascia pomeridiana e che la rete extraurbana risulta coperta da Atp fino alle ore 16.30, si è concordato che la conclusione dell'orario delle lezioni dovrà avvenire entro le ore 16.00. Sulla base della mappatura, effettuata dall'Ufficio Scolastico, degli istituti secondari di secondo grado presenti sul territorio metropolitano Amt, Atp e Trenitalia hanno elaborato "mirati piani di potenziamento del servizio di trasporto, anche attraverso l'impiego di mezzi privati di noleggio con conducente e autobus aggiuntivi".

Sono state inoltre individuate le fermate dei bus ove è prevista una potenziale maggiore concentrazione di utenti, che saranno oggetto di controlli volti ad evitare situazioni di assembramento. Le misure contenute nel documento saranno sottoposte a monitoraggio giornaliero nella settimana tra il 7 e il 14 gennaio, per gli eventuali correttivi che si rendessero necessari. A cura delle Aziende di trasporto pubblico locale, dei Comuni e dell'Ufficio Scolastico, il contenuto del documento sarà diffuso a studenti e famiglie interessate, mediante una capillare attività di comunicazione.

Si riparte dunque. Ma le polemiche sui contagi negli istituti con le classi in quarantena non sono mai terminate. Tuttavia secondo il rapporto pubblicato dal Centro europeo per il controllo delle malattie (Ecdc) "il ritorno nelle aule scolastiche a metà agosto in diversi paesi è coinciso con un generale rilassamento delle altre misure restrittivi in molti paesi, e non appare quindi essere stato un motore di contagio nella seconda ondata di casi osservata in molti stati europei ad ottobre".