Nove persone sono state raggiunte da misure cautelari (5 arresti domiciliari e 4 obblighi di dimora) perché accusate di aver organizzato un sistema di contraffazione di pregiati vini italiani a livello internazionale. Dal 2016 al 2018, secondo gli investigatori, avrebbero immesso oltre 54mila bottiglie di vino contraffatto sul mercato elvetico, per un guadagno totale di circa 932mila euro. Sono state effettuate anche 21 perquisizioni personali e domiciliari in quattro province del Piemonte e nelle province di Genova, Treviso, Pesaro-Urbino, Milano, Roma e Brindisi.
I reati contestati sono associazione a delinquere, riciclaggio, auto-riciclaggio, contraffazione altri pubblici sigilli, frode nell'esercizio del commercio di bevande, contraffazioni di indicazioni geografiche o denominazioni di origine alimentare, utilizzo e emissione di fatture per operazioni inesistenti, omessa dichiarazione e distruzione di scritture contabili. Le investigazioni, dirette e coordinate dalla Procura di Asti, hanno permesso di raccogliere gravi indizi a carico degli indagati, ritenuti essere i componenti di un'associazione a delinquere attiva dal 2016 e operante soprattutto nel territorio dell'Astigiano.
Secondo gli inquirenti il gruppo era specializzato nella produzione di prodotti, in particolare vini, con indicazioni geografiche o denominazioni di origine di prodotti agroalimentari contraffatti. Si occupavano dalla vinificazione all'imbottigliamento, tra gli altri, dei vini Tignanello, Sassicaia, Sito Moresco, Amarone della Valpolicella e Valpolicella Superiore Ripasso 2015, che poi venivano commercializzati suprattutto in Svizzera, a danna delle case vitivinicole italiane di livello internazionale come Gaja s.s. Agricola, Marchesi Antinori s.p.a, Tenute San guido s.p.a, Ornellaia e Massetto Società Agricola s.r.l.
Con l'esecuzione delle perquisizioni personali e locali in tutto il Centro e Nord Italia nel giugno 2018, sono state sequestrate complessivamente 15mila bottiglie di vino contraffatto, 19 cliché, 10.600 etichette singole, 8.393 contrassegni di stato per vini a DOC e DOCG, 165.320 capsule di chiusura per bottiglie con marchi o loghi di aziende vitivinicole, oltre a 200 chili di sostanze vietate in uso enologico (aromi, sciroppi e coloranti) per un valore di rivendita al dettaglio di oltre 200mila euro.
In precedenza, le indagini hanno consentito di sequestrare al confine con la Svizzera ulteriori 4.884 bottiglie di vino contraffatto. L’attività di indagine è stata effettuata con la collaborazione dell'autorità giudiziaria svizzera dal nucleo PEF della guardia di finanza di Asti, dai carabinieri della compagnia di Alba, dal nucleo investigativo di Cuneo, dal nucleo repressione frodi del ministero delle Politiche agricole di Asti e dai carabinieri del Nas di Alessandria.
cronaca
Falsi vini italiani venduti all'estero, nove misure cautelari
Un sistema di contraffazione di pregiati vini italiani
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