cronaca

Udienze anche nell'ufficio del presidente del Tribunale
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Il presidente del Tribunale Enrico Ravera quasi si scusa per non poterci accogliere nel suo ufficio istituzionale all'11-esimo piano del palazzo di Giustizia di Genova. Ma laddove sbrigava le sue pratiche ora c'è un'udienza del tribunale. E così accade anche nella biblioteca.

Benvenuti nella Giustizia ai tempi del Covid dove gli spazi scarseggiano e bisogna fare di necessità virtù.Non è così in tutti i palazzi di Giustizia d'Italia, ma in quello del capoluogo ligure per motivi strutturali è accaduto che, in poco tempo, ben tre piani, terzo quarto e settimo con le rispettive aule, sono stati resi inagibili dalle norme anti covid. Distanziamento impossibile e scarsa areazione hanno così imposto nuove scelte.

Mentre il Dipartimento ha fatto partire i lavori di adeguamento, Magistratura e Avvocatura si sono trovate a riflettere sulla ricerca di nuovi spazi.

E così oggi accade per esempio che l'atrio del quinto piano, che un tempo accoglieva le persone dirette alle aule di corte di assise e di appello di primo grado chiuse per adeguamenti, è diventato aula per i processi per direttissima. E salendo nella parte storica del palazzo ecco che al settimo piano le udienze si celebrano nel loggiato tra un avviso di non dare cibo ai piccioni, che ogni tanto entrano dal sottostante cortile, e un'acustica davvero difficile.

La Giustizia ai tempi del Covid-19
a Genova è anche questo e la situazione mette a nudo tutte le necessità di una nuova struttura eletta per questo settore così delicato. Da tempo si parla del progetto di una cittadella per supportare un palazzo di giustizia senza dubbio imponente ma poco funzionale, il progetto è appena abbozzato.

Intanto i dati aggiornati alla fine di novembre mettono in evidenza che, nonostante tutto, quasi il 90% del processi riesce a celebrarsi grazie alle soluzioni alternative messe in campo dal Tribunale.

"Inizialmente abbiamo trovato un primo spazio nella sede della formazione della Scuola Superiore della Magistratura in via del Seminario - racconta il presidente del Tribunale Enrico Ravera - poi dal 12 novembre, a seguito della convenzione con l'Università degli studi di Genova, è arrivata la soluzione dell'Albergo dei Poveri che garantisce 10 aule per udienze contro le 12 che siamo stati costretti a chiudere temporaneamente nel cortile del palazzo di Giustizia. Poi c'è il modulo 5 dei Magazzini del Cotone per i grandi processi. Tutto questo comporta un impegno ulteriore per cancellieri e personale con la movimentazione di tutta la documentazione legata alle udienze".

E così oggi al palazzo di Giustizia si celebrano circa 68 udienze, tra penale, lavoro e civile. In via del Seminario sono una sessantina mentre se ne contano un 'ottantina all'Albergo dei Poveri tra Civile e Penale. A questi numeri vanno aggiunte le quattro udienze settimanali che richiedono la presenza di oltre 35 persone e che si tengono nella sede temporanea ai Magazzini del Cotone.

Parlando di grandi casi giudiziari il pensiero va all'incidente probatorio per il futuro processo per il crollo di Ponte Morandi che da gennaio dovrebbe movimentare circa 200 persone tra parti coinvolte e personale giudiziario.

"Stiamo studiando una soluzione che sia idonea per spazi, costi e disponibilità - sottolinea il presidente del Tribunale - Un evento come quello necessita di udienze ravvicinate e dobbiamo avere la disponibilità totale di un luogo anche per lungo tempo".

Non si esclude così l'ipotesi di una tensostruttura da collocare in città con tutte le misure di sicurezza del caso. Tra le soluzioni anche quella di celebrare le udienze nell'ampio cortile del palazzo di Giustizia. Intanto si ragiona sul probabile prolungamento fino ai primi mesi del 2021 degli attuali accordi con Università e Porto Antico.

Il Dipartimento dell'Amministrazione Giudiziaria che è al lavoro per mettere a norma le vecchie aule per ora non dà tempi sul termine dei cantieri nel vecchio Palazzo, ma la Giustizia invece con i termini ci lavora eccome e non può aspettare.