Il progetto del Comune di Genova di liquidare il consorzio che oggi gestisce villa Serra di Comago, partecipata anche dal Comune stesso e dai Comuni di Sant'Olcese e Serra Riccò, innesca uno scambio di battute al veleno tra il primo cittadino di Sant'Olcese Sanna e il vice sindaco del capoluogo, Piciocchi.
Al centro non solo i contenuti dell'iniziativa (Sanna parla di una volontà di privatizzazione di Tursi, che lui rifiuta) ma anche le modalità di comunicazione tra gli enti, che secondo Sanna sono state per così dire unilaterali, a cose fatte, mentre palazzo Tursi dice: "Sono stupito e deluso dalle sue parole, perchè noi abbiamo avuto un incontro dove abbiamo detto che volevamo liquidare il consorzio di gestione per una valorizzazione della villa attraverso l'ingresso dei privati".
"Eravamo rimasti d'accordo che Genova avrebbe trasmesso una lettera ai Comuni per aprire un tavolo. Non è questa la strada del dialogo e del confronto che volevamo avviare. Peraltro il Comune di Sant'Olcese non ha ancora versato i contributi al consorzio per il 2020, 37 mila euro, e che il sindaco non ha più frequentato l'assemblea consortile, delegando un'altra persona che non è peraltro della sua giunta, legittimo, ma poi non si erga a difensore di una struttura che secondo lui il Comune vorrebbe abbattere".
Sul tema dei contributi di Sant'Olcese non versati, Sanna smentisce con un comunicato assicurando di avere "sempre rispettato da quasi 40 anni i pagamenti per Villa Serra. Anche in quest’anno difficile per il nostro bilancio è stato così".
L'ormai ex sindaco approdato in Regione con la casacca del Pd, sul tema, aveva espresso perplessità sul cambio di gestione: "Quest’area è importante per iniziative storiche e culturali. Ci sono potenziali economici incredibili. Non serve dare tutto in mano ai privati. Se un Cda ha lavorato male, mettiamo in discussione il Cda".
Ma Piciocchi replica: "Non abbiamo visto particolare solerzia negli anni di Sanna per villa Serra. La legge ci chiede di razionalizzare partecipazioni nei consorzi. Oggi c'è struttura sovrabbondante, gestita da un consorzio privato. Noi cerchiamo un operatore professionale che la sappia gestire nell'ottica del servizio pubblico, con un maggiore sfruttamento della parte commerciale della villa. I Comuni non intendono uscire perchè darebbero un contributo, ma abbiamo chiesto di liquidare il consorzio per fare un bando e trovare un soggetto che faccia l'interesse pubblico. Sarebbe bello anche garantire maggiore accessibilità alla villa in termini di gratuità, visto che oggi è pubblica ma si paga. Il resto sono fantasie. Questo si potrebbe fare con un privato che la gestisca bene gli spazi e con il pubblico che contribuisce per la manutenzione. L'attuale modello consortile non può più funzionare. Vogliamo raggiungere questi obiettivi, il resto sono solo fantasie".
IL COMMENTO
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