50 milioni di euro, questo il valore complessivo stimato per quel che riguarda compendi societari, beni mobili e immobili e rapporti finanziari sui quali la Sezione misure di prevenzione del tribunale di Reggio Calabria su richiesta congiunta del Procuratore nazionale antimafia e del procuratore capo di Reggio Calabria, ha disposto l’applicazione della misura di prevenzione patrimoniale del sequestro. Si tratta di beni e compendi riconducibili agli imprenditori Antonino Scimone di 45 anni, Antonino Mordà, di 51 anni e Pietro Canale, di 41, sono indiziati di appartenenza o contiguità a cosche mafiose reggine della ‘Ndrangheta.
Anche il Comando provinciale della Guardia di Finanza della Spezia sta supportando, assieme ad altre articolazioni provinciali come Milano, Pavia, Lecce, Sassari, Vicenza e Brescia, il Centro Operativo della Direzione investigativa antimafia di Reggio Calabria i militari dello Scico di Roma nell’esecuzione in tutta Italia dei provvedimenti emessi dalla Sezione misure di prevenzione del tribunale di Reggio Calabria. Il tutto grazie anche al coordinamento effettuato dalla Procura nazionale antimafia, diretta da Federico Cafiero De Raho, e dalla locale Dda diretta da Giovanni Bombardieri.
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