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"Non significa che non teniamo sotto controllo il Covid", ha detto il premier
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"Ragionevolmente ci avviamo verso la proroga dello stato di emergenza" per il coronavirus. Lo ha detto il premier Giuseppe Conte in un punto stampa a Venezia durante l'inaugurazione del Mose. "E' una decisione che dobbiamo prendere in consiglio dei ministri, non voglio anticipare una valutazione da fare con tutti i ministri. Ma faccio una riflessione: lo stato di emergenza non significa che non teniamo sotto controllo il virus". L'attuale stato di emergenza, proclamato lo scorso 31 gennaio termina il 31 luglio.

Non è una scelta facile, com'è immaginabile. E non solo perché lascia sul tavolo i Dpcm (strumenti legislativi che non hanno bisogno di passare dal varo delle Camere, al contrario dei decreti). Il non detto che spinge alla cautela è dettato dal timore che a settembre ci possa essere una seconda ondata di Covid, quella di ritorno o che, nei migliori dei casi, i focolai che iniziano a puntellare il Paese si estendano in aree più vaste. C'è poi un altro aspetto: l'ombrello dello stato d'emergenza conferisce alla Protezione civile un ruolo ancora più centrale. In vista, per esempio, del ritorno a scuola.

"L'eventuale proroga significa che siamo nella condizione di adottare le misure necessarie, anche minimali, non vi dovrete sorprendere se la decisione sarà di propagare. Se non ci fosse la proroga non avremmo i mezzi e gli strumenti per monitorare e intervenire e circoscrivere la chiusura di attività in territori predeterminati. Quindi ragionevolmente ci avviamo verso la proroga dello stato d'emergenza", ha spiegato Conte.

Lo stato d'emergenza in Italia dovrebbe essere prorogato fino al 31 dicembre. "Per fare in modo che il premier possa ancora emanare, se ne ce fosse bisogno, nuovi Dpcm, gli ormai mitologici decreti del presidente del Consiglio che hanno accompagnato gli italiani durante la fase 1 e 2 del coronavirus. La spinta arriva dal Comitato tecnico scientifico e anche al ministero della Salute sono consapevoli che sarà un passaggio necessario", ricostruisce 'Il Messaggero', sottolineando che tema è stato sollevato durante gli ultimi vertici a Palazzo Chigi con i capidelegazione.

L'idea è quella di prorogarlo almeno fino al prossimo 31 dicembre e visto come sta andando la pandemia - sia in Italia dove comunque siamo lontano dall'obiettivo di zero casi sia nel resto del mondo, dove la situazione si sta aggravando - non sembrano esserci alternative. Si tratta di un scenario che vede favorevole il M5s, a partire dal dicastero della scuola guidato da Lucia Azzolina, fino al Partito Democratico. Più tiepida Italia Viva, che però davanti a ragioni sanitarie difficilmente si metterà di traverso.

"La proroga dello stato di emergenza annunciata dal presidente Conte ci appare come una necessità condivisibile. Ciò che non permetteremo è che a questa proroga corrisponda un'ulteriore esclusione del Parlamento dalle decisioni vitali per il Paese", scrive su Twitter Deborah Bergamini, deputata di Forza Italia. "Se il Governo vuole prorogare lo stato di emergenza venga prima in Parlamento a spiegarne le ragioni. Non si può dubitare che l'esecutivo se ha questo orientamento abbia solide motivazioni. Per questo motivo ci attendiamo che venga ad esporre preventivamente le sue ragioni anche per raccogliere indirizzi delle Camere in particolare rispetto alla durata della proroga e alle concrete modalità", ha commentato Stefano Ceccanti, deputato Pd.

Per il senatore leghista Roberto Calderoli "si tratterebbe solo di una misura preventiva, non per la salute, ma solo sulla durata del Governo e delle poltrone di questa traballante e inverosimile maggioranza". Il vice presidente del Senato la definisce "una porcata" e ha l'impressione che "si utilizzi una calamità come il virus per mettere il bavaglio all’opposizione. Siamo di fronte a una modalità di uno squallore assoluto, cosa non si fa per salvare la poltrona". Il No di Matteo Salvini arriva senza giri di parole. "Allungare lo 'stato di emergenza' fino al 31 dicembre? No grazie. Gli Italiani meritano fiducia e rispetto, donne e uomini eccezionali che hanno dimostrato buon senso e generosità che adesso vogliono vivere, lavorare, amare. Con tutte le attenzioni possibili, la Libertà non si cancella per decreto", dice il leader della Lega

In Italia tutto comincia il 31 gennaio, dopo che il giorno prima l'Organizzazione mondiale della sanità aveva dichiarato lo stato di emergenza internazionale per la pandemia di Sars-CoV-2. Il Consiglio dei ministri, su proposta di Conte, quel giorno delibera non solo lo stanziamento dei fondi necessari "all'attuazione delle misure precauzionali conseguenti alla dichiarazione di emergenza internazionale di salute pubblica da parte della Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms)", ma anche "lo stato d'emergenza, per la durata di sei mesi, come previsto dalla normativa vigente, al fine di consentire l'emanazione delle necessarie ordinanze di Protezione Civile". I sei mesi stanno per terminare, sul tavolo ora c'è una proroga fino al 31 dicembre.