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L'ex capitano, uomo di fiducia di Novellino che oggi compie 67 anni, sfiorò il passaggio alle "merengues"
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 Sergio Volpi, capitano della Sampdoria dal 2002 al 2008, ebbe l'occasione di passare al Real Madrid. Lo aveva indicato ai dirigenti madrileni Arrigo Sacchi, che per tutto il 2005 era stato il principale collaboratore del presidente Florentino Perez, con la qualifica di direttore tecnico. Ma Novellino chiese a Marotta di non cedere il suo leader in campo, visto che in quel campionato la Sampdoria era impegnata nella rincorsa al quarto posto e alla qualificazione Champions, poi mancata di un soffio. In effetti l'intelligenza tattica di Volpi ben si adattava all'idea di calcio di Sacchi, in una stagione che a Madrid vide alternarsi in panchina Camacho, Remon e Luxemburgo.


"Con il Real Madrid - ricorda Volpi in un'intervista a RMT - c’è stato un interessamento quando Sacchi faceva parte del club spagnolo. Mi volevano in prestito ma la proposta fu rifiutata dalla Sampdoria".
Volpi era arrivato alla Sampdoria nel 2002 proprio su richiesta di Novellino (che proprio oggi compie 67 anni, auguri), che lo aveva avuto come "allenatore in campo" a Venezia e a Piacenza. Ma il rapporto tra i due aveva immediatamente avuto una crisi acuta dopo il famigerato episodio di Perugia del 19 dicembre 2002. Si era nella fase di crisi, partita con la sconfitta a Siena in 11 contro 9 e proseguita con la sconfitta interna con la Ternana. Il Doria si trovò a pochi minuti dalla fine, nella gara di ritorno di Coppa Italia al "Curi", il rigore del pareggio e dei supplementari. Volpi lo aveva ceduto a Rabito, che avrebbe calciato sul fondo. Novellino se la sarebbe presa non tanto con Rabito quanto con Volpi e ci volle la sapienza mediatrice dei dirigenti di allora per chiudere la crisi.
"Di Novellino - ammette Volpi - non posso che parlare bene. All’inizio della nostra conoscenza il rapporto non era dei migliori, ci fu un momento in cui volevo andare via dal Venezia, poi ha avuto ragione lui e rifiutò di mandarmi, dandomi sempre più fiducia. È una persona che sa e vive di calcio e questo è ciò che pensano la maggior parte dei giocatori che sono stati allenati da lui".
Cominciò così, con Volpi in campo e Novellino in panchina, la crescita graduale della Sampdoria di Riccardo Garrone: in A al primo colpo e con un mese di anticipo sulla fine del torneo, Uefa sfiorata la stagione successiva e centrata nel 2005, pur col rammarico della Champions sfumata anche per i colpi bassi di Calciopoli (eloquenti le intercettazioni tra esponenti arbitrali prima e dopo Inter-Sampdoria e Udinese-Sampdoria), quindi una semifinale di Coppa Italia dopo sette vittorie consecutive.
Anche con Mazzarri, succeduto a Novellino nel 2007, le cose erano partite bene. Ma qualcosa col tempo si guastò. "Ci sono dinamiche che spesso non vanno come si vuole. Fino a dicembre c’era un buon rapporto, poi qualcosa si è rotto. Speravo di chiudere diversamente la mia esperienza alla Sampdoria, dopo gli ottimi risultati della squadra e il mio poco impiego decisi di andare via".