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In un derby con la maglia rossoblù il brasiliano entrò molto duramente sul serbo della Sampdoria
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La vita spericolata di Francelino Matuzalem? "Fumavo nel bagno degli spogliatoi. Lo facevo anche al Genoa, assieme ai miei compagni: un caffè, una sigaretta prima dell’allenamento e dopo i pasti. Cinque al giorno, non di più. Era un modo per fare gruppo e parlare degli avversari".


"Ho il Genoa nel cuore e… sulla pelle – spiega l’ex centrocampista a "Sotto porta" su Instagram – ho un tatuaggio rossoblù sul dorso della mano sinistra. I sudamericani si tatuano Maradona, Pelé o Ronaldo? Io, invece, ho preferito scegliere la maglia del Grifone. A Genova ho trascorso due anni indimenticabili, ho sentito un grande affetto perché in campo davo tutto. Genoa, Shakhtar e Lazio sono i club dove mi sono trovato meglio".

"In Serie A - prosegue - ho avuto poche difficoltà. Campioni come Totti, Del Piero o Zidane li affrontavo con esperienza, concedendogli un metro per leggere la loro giocata. È più difficile marcare Messi o Figo: in Liga mi hanno fatto dei dribbling che ancora adesso fatico a capire”.

Matuzalem ha fama di "cattivo" anche per due durissimi interventi su Brocchi e Krsticic: "Non devo chiedere perdono - taglia corto - dei falli a Brocchi e Krsticic; assieme a Nenad, poi, ho vinto un campionato di B a Bologna. Entrambi sono nati da scontri di gioco. È più violento uno sputo in faccia. Al Saragozza un’entrataccia di Yaya Touré del Barcellona mi fece rivedere il campo dopo sei mesi: non pretesi mai le sue scuse".