cronaca

"Non ci sentiamo tranquilli nel chiedere ai nostri lettori di venire in negozio", dicono
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"Oggi non abbiamo riaperto: continuiamo le nostre spedizioni di libri a Genova, in Liguria e in tutta Italia: ci hanno ordinato centinaia di libri e continueremo così fin quando i cittadini non saranno di nuovo liberi di circolare". Lo ha detto all'agenzia Agi Valentina Beronio che, insieme a Samantha Giribone, è proprietaria di Bookmorning, libreria indipendente del centro storico di Genova che, nonostante il nuovo decreto governativo lo consenta, non ha alzato le saracinesche alla Maddalena.

La decisione era stata anticipata all'indomani del decreto firmato dal premier Conte, perché Bookmorning è firmataria, insieme ad altre 249 librerie italiane, di una lettera manifesto in cui si annunciava la prosecuzione della "serrata" per svariate ragioni: "Non ci sentiamo tranquilli nel chiedere ai nostri lettori, ai nostri clienti di raggiungerci in libreria, quando il miglior consiglio che possiamo dare loro è rimaniamo a casa", dice Valentina.

Le motivazioni sono articolate, sottolinea: "Rimaniamo perplessi sulle modalità e le tempistiche, sotto vari punti di vista. Sul fronte sanitario, pensiamo ad esempio alla fruibilità dello spazio: la libreria non e' un negozio come un altro in cui si entra, si prende quello di cui si ha bisogno e si va via. E' un posto dove i lettori si fermano a parlare con il libraio perché' hanno bisogno di consigli, è un luogo in cui i libri vengono presi in mano, sfogliati, riposti negli scaffali". Alla luce di questo, sottolinea la co-titolare di Bookmorning, "non ci sono delle direttive univoche del governo che ci dicono come possiamo mettere in atto questa apertura".

Ma c’è anche un aspetto economico
. "Aprire le serrande significa farlo su strade pressoché' deserte. E potrebbero raggiungerci solo i residenti della zona. Questo, a livello economico, difficilmente ci appare una boccata d'ossigeno". Dal giorno della chiusura, imposta col lockdown anti contagio, Valentina e Samantha hanno lanciato un servizio di consegne a domicilio: "abbiamo raggiunto i nostri clienti sia liguri che fuori regione". E così ha fatto su Genova Laura Magnani, che gestisce la libreria "Bookowski" e che da un mese gira la città portando i libri usati. Idem la titolare di "Falso Demetrio".

Diverso il parere di Fabio Masi, proprietario delle due librerie genovesi " L'amico ritrovato" e "L'amico immaginario" che hanno riaperto, con il personale ridotto all'osso (lavorano solo i responsabili dei 3 punti vendita, uno di questi si trova a Camogli), mentre gli altri sono in cassa integrazione. Orario ridotto e ingressi contingentati per tutte e tre le librerie.  con più di 250 librai italiani contrari alla riapertura aveva proprio il senso di alzare la mano e dire che con il termine libreria si intende un parterre di attività commerciali immenso: dai grandi store ai più piccoli", spiega Valentina Beronia.

"Le librerie sono luoghi che hanno bisogno di una progettazione ad hoc, perché non si vendono dei prodotti, ma molto altro. Avremmo voluto un'analisi più stretta del mondo editoriale per poter rispondere alle molteplici esigenze che il nostro settore ci impone. Capiamo che molti abbiano deciso di aprire, perché' magari non sono riusciti a riorganizzare il lavoro in questo mese e riaprire consente di prendere una boccata d'aria. Ma le librerie hanno bisogno differenti e questo non è stato compreso", ha concluso Valentina.