cronaca

Le indagini nei confronti del clan Rinaldi iniziate a ottobre 2019
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Tre arresti in carcere e un divieto di dimora nei confronti di quattro persone, ritenute affiliate al clan Rinaldi attivo a Napoli nella zona San Giovanni a Teduccio. I quattro erano stati sottoposti a fermo di indiziato di delitto emesso dalla procura distrettuale antimafia di Napoli ed eseguito, nei giorni scorsi a Napoli e Chiavari, dai militari della Tenenza carabinieri di Cercola e della compagnia di Chiavari.

Il gip presso il Tribunale di Napoli e il gip presso il Tribunale di Genova hanno emesso, in seguito, ordinanze di applicazione di misure cautelari e coercitive a carico dei quattro: tre di custodia cautelare in carcere e uno di divieto di dimora nella provincia di Napoli. I reati contestati sono quelli di usura, estorsione e tentata estorsione aggravati dal metodo mafioso.

Dovranno rispondere dei reati contestati Rita e Francesco Rinaldi,
figli del capoclan Antonio Rinaldi 'O Giallo', morto negli anni Novanta nel corso di un agguato di camorra, e nipoti dell'attuale capoclan Ciro Rinaldi 'Mauè'. Ci sono anche Salvatore Tibello e Luigi Striano tra le persone destinatarie di misure cautelari.

Le indagini, delegate alla tenenza dei carabinieri di Cercola, hanno avuto inizio nel mese di ottobre 2019 dopo la denuncia sporta da un imprenditore di Pollena Trocchia, in provincia di Napoli. E' emerso un prestito di 40mila euro contratto nel mese di settembre 2018 con tasso usuraio del 30% annuo, in seguito rinnovato a condizioni ancora più gravose per la vittima. Secondo quanto ricostruito dai militari, gli indagati hanno posto in essere minacce ed intimidazioni non solo nei confronti della vittima, ma anche dei sui familiari per costringerla ad adempiere al debito usurario in corso.