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Nel toto-nomi per la successione si fa avanti la candidatura di Morra
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Avrebbe voluto dimettersi il 23 dicembre, subito dopo l'ok della Camera alla manovra. Poi Lorenzo Fioramonti si è preso qualche ora, ma alla fine ha deciso: il ministro all'Istruzione fa un passo indietro e si tira fuori dal Governo. L'esponente pentastellato infatti avrebbe consegnato al premier Giuseppe Conte la lettera di dimissioni.

"Sulla scuola abbiamo fatto passi avanti importanti. Alcuni proprio in queste ore e ci stiamo muovendo nella direzione giusta. E alla fine vedremo se saranno sufficienti"m aveva detto l'ormai ex ministro in merito allo stanziamento previsto nella manovra finanziaria in tema di istruzione. Era il 12 dicembre e la discussione sulla Manovra stava entrando nel vivo. A Trieste, a margine del vertice dei ministri della ricerca, Fioramonti aveva ricordato che "la scuola in questo Paese avrebbe bisogno di 24 miliardi. I 3 miliardi che ho individuato, non sono la sufficienza" ma rappresentano "la linea di galleggiamento".

Tredici giorni dopo quella affermazione, e 48 ore dopo la definitiva approvazione della legge di Bilancio con voto di fiducia, Fioramonti ha tirato le sue conclusioni consegnando la sua lettera di dimissioni nelle mani del presidente del Consiglio. La decisione è riassunta nella lettera inviata a Conte in cui avrebbe spiegato che secondo lui bisognava "rivedere l’Iva per incassare i 2-3 miliardi" che chiedeva per il suo ministero. Il ministro Cinquestelle avrebbe deciso di mantenere la parola data: era stato il leader della Lega, Matteo Salvini, a sfidarlo alla vigilia di Natale. "Speriamo che almeno uno mantenga la parola. Aveva detto che se non ci sarebbero stati tre miliardi di investimento si sarebbe dimesso. Ministro Fioramonti, dimettiti e togli il disturbo", aveva detto Salvini.

Nel toto-nomi per la successione al vertice dell'Istruzione a spiccare sembra essere l'attuale presidente della commissione Antimafia, Nicola Morra, anche lui del M5s anche se altri nomi portano sulle tracce di Nunzio Angiola, Gianluca Rospi e Andrea Cecconi. Per il Governo comunque un altro ostacolo sulla strada del 2020, che si fa sempre più impervia. Alla ripresa dei lavori parlamentari alla Camera dovrebbe essere ufficializzata anche la decisione di una decina di deputati del Movimento 5 Stelle di lasciare il gruppo per iscriversi nel Misto, senza però far mancare il sostegno all'esecutivo guidato da Conte.

LA CONFERMA SUL PROFILO FB - "La sera del 23 dicembre, ho inviato al Presidente del Consiglio la lettera formale con cui rassegno le dimissioni da Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca. Mi sono ovviamente messo a completa disposizione per garantire una transizione efficace al vertice del Ministero, nei tempi opportuni per assicurare continuità operativa. Alcuni mi hanno criticato per non aver rimesso il mio mandato prima, visto che le risorse era improbabile che si trovassero. Ma io ho sempre chiarito che avrei lottato per ogni euro in più fino all’ultimo, tirando le somme solo dopo l'approvazione della Legge di Bilancio. Ora forse mi criticheranno perché, in coerenza con quanto promesso, ho avuto l’ardire di mantenere la parola". Così su ha scritto sul suo profilo facebook Lorenzo Fioramonti, ministro dell' Istruzione dimissionario.

IL COMMENTO DI TOTI -
"Il ministro Fioramonti si dimette? Beh, almeno le merendine sono salve. L'abbuffata delle feste costera' qualche chilo, ma niente tasse in piu'". Lo ha scritto sulla sua pagina social il governatore ligure e leader di Cambiamo! Giovanni Toti commentando le dimissioni di Fioramonti.

IL COMMENTO DEL M5S - "Il governo è al lavoro per migliorare la scuola, l'istruzione e sostenere la ricerca. Guardiamo avanti, c'è piena fiducia nel premier Conte per individuare un nuovo ministro dell'Istruzione, la scuola non può aspettare". Lo sottolineano fonti del M5s dopo l'annuncio delle dimissioni da parte del ministro Fioramonti.

ILCOMMENTO DELLA LEGA - "Complimenti a Fioramonti, l'unico coerente che si dimetterà, mantenendo la parola data. Ci auguriamo che sia il primo passo concreto verso la consapevolezza che il governo giallorosso non può fare niente di buono per il Paese e non è in grado di realizzare nemmeno una delle tante promesse che ha fatto". Così il capogruppo della Lega al Senato, Massimiliano Romeo.

IL COMMENTO DI FORZA ITALIA -
"Le dimissioni del ministro costituiscono un atto grave e irresponsabile. Avere maggiore disponibilità finanziarie per le politiche della scuola, dell'Università e della ricerca è da sempre aspirazione legittima di tutti i ministri dell'istruzione della Repubblica, ma Fioramonti sembra aver sottovalutato irresponsabilmente di essere arrivato a viale Trastevere da soli quattro mesi, in un momento di crisi economica del Paese". Così i deputati di Forza Italia in commissione cultura alla Camera.

IL COMMENTO DEI SINDACATI -
"Scuola, università e ricerca hanno bisogno più che mai di essere poste al centro dell'attenzione come risorsa strategica del Paese, chiedono scelte forti di investimento e un'azione di governo che si orienti con coerenza e determinazione verso obiettivi di complessivo rilancio del settore. Le dimissioni annunciate dal ministro Fioramonti possono invece aprire una fase estremamente rischiosa, per ragioni diverse che andrebbero da tutti attentamente considerate". Lo afferma Maddalena Gissi, segretaria generale di Cisl Scuola, Università e Ricerca.