cronaca

L'imbarcazione battente bandiera olandese
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Sgominato un gruppo criminale che si occupava della importazione e della distribuzione di hashish. I militari della Squadra mobile di Milano e il Nucleo operativo e radiomobile della compagnia dei carabinieri di Savona hanno eseguito un'attività investigativa anche nei confronti di un uomo, presunto appartenente ad un gruppo criminale, che aveva organizzato l'importazione di un ingente quantitativo di hashish dal Marocco all'Italia, sfruttando uno yacht battente bandiera olandese chiamato 'Elizabeth G.', ormeggiato al porto di Varazze, all'interno del quale era stato creato un vano artigianale.


A seguito delle indagini è stata eseguita un'ordinanza di custodia cautelare
emessa dal gip milanese a carico di sei persone di nazionalità italiana indagate per traffico internazionale di stupefacenti. La droga, proveniente dal Marocco, veniva stoccata a Milano e successivamente commercializzato in tutto il centro-nord del Paese, tra cui la Liguria. Le attività investigative, confluite in un unico procedimento penale coordinato dalla Dda milanese, con la collaborazione della Procura di Savona, hanno consentito la ricostruzione dei fatti.


Gli agenti della settima sezione Antidroga della Squadra mobile di Milano, nel settembre dell'anno scorso, avevano arrestato un cittadino italiano in flagranza di reato, perché trovato in possesso di 11 quintali di hashish e 540 grammi di cocaina.


Da queste indagini, che hanno trovato riscontro negli accertamenti precedentemente svolti dalla Squadra mobile, fanno sapere gli inquirenti, è stato costruito un quadro indiziario nei confronti di alcune persone "appartenenti al gruppo criminale ed è stato ricostruito l'iter del viaggio finalizzato all'importazione, avvenuta agli inizi del mese di settembre". Secondo quanto emerso, il gruppo di trafficanti aveva la sua base operativa nell'hinterland di Milano.


L'orgnizzazione era capeggiata da due personaggi di rilievo, gravati da precedenti penali specifici, i quali avevano organizzato e finanziato l'importazione dell'hashish dal Marocco, avvalendosi di un corriere per il trasporto marittimo e di altri soggetti deputati al trasporto terrestre dalle coste liguri al territorio milanese e allo stoccaggio all'interno di box con vani artefatti creati tra la parete ed un muro artificiale. I due presunti capi del gruppo criminale erano emersi anche da un'altra indagine, culminata a Bologna verso la fine del mese di settembre 2018 con l'esecuzione di un'ordinanza di custodia cautelare in carcere a carico delle stesse e di altre persone ritenute appartenenti ad un'associazione a delinquere finalizzata al traffico internazionale di stupefacenti.


"L'acquisizione degli atti di quel procedimento, insieme ad alcuni dati acquisiti nel corso dell'esecuzione di quelle misure cautelari, hanno costituito un'ulteriore prova a carico degli indagati. Nel corso dell'esecuzione delle misure cautelari sono state eseguite una serie di perquisizioni delegate dall'autorita giudiziaria nei confronti dei destinatari e di altri soggetti indiziati di appartenere all'organizzazione", spiegano gli inquirenti.