cronaca

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Cerimonia con sindaco e governatore per la nuova collocazione della statua del Duca di Galliera, davanti alla rotonda di Via Corsica, nel quartiere di Carignano, dove l'opera era visibile da mesi. Il monumento in bronzo, 170 tonnellate e alto 12 realizzato da Giulio Monteverde alla fine del '900, torna a vedere il mare e la diga foranea che il Duca volle a difesa del porto.


"Questa è la testimonianza di un grande leader, di una persona che aveva una visione - ha detto il sindaco Marco Bucci - tanto è vero che usiamo ancora la sua diga". Un momento anche simbolico per la città.


"Qui siamo in una piazza prospiciente al grande cantiere del waterfront di Renzo Piano. E' un trait d'union simbolico tra la Genova del passato e quella del futuro". ha detto il governatore ligure Giovanni Toti.

 
Prima di essere ricollocata, la statua è stata restaurata. "È stato un lavoro complicato - ha spiegato il sovrintendente, Giacomo Tinè - che grazie alla collaborazione tra Enti ha permesso di restituire la statua alla città. Il luogo della ricollocazione inizialmente aveva fatto discutere. "La collocazione oggi mi sembra accettata da tutti".


- ECCO CHI ERA IL DUCA DI GALLIERA

Raffaele Luigi, duca di Galliera.
- Nato a Genova il 6 luglio 1803, da Andrea e Livia Ignazia Pallavicino, aveva avuto il nome del nonno paterno, il quale nel biennio 1787-89 era stato doge: l'unico a ricoprire la massima carica della Repubblica in una famiglia antica, che aveva costruito le proprie fortune nell'esercizio delle professioni giuridiche e del notariato, entrando a far parte nel XVI secolo del ceto di governo.

Il già solido patrimonio dei De Ferrari trovò nel padre del Duca un amministratore di prim'ordine, capace di farlo lievitare con speculazioni commerciali e finanziarie durante l'Impero napoleonico e la Restaurazione, dedicandosi al commercio con il Levante ed operando fruttuosamente sulla piazza di Parigi in attività di prestito internazionale e nel finanziamento del ginevrino Barthélémy Paccard, che nel 1825 aveva fondato nella capitale francese una piccola banca destinata a buoni successi.

Figlio di un multimilionario, attaccato però "al decimo di un centesimo" ed uso a pranzare "con una, minestra un pezzo di carne e un'insalata", come diceva il marchese di Villamarina (B. Montale, Dall'assolutismo settecentesco alle libertà costituzionali, Roma 1973, p. 117), il Duca trascorse una giovinezza non brillante e cominciò presto a lavorare nell'azienda paterna, che fu la sua principale scuola. Nel 1828 due eventi in rapida successione modificarono di colpo la sua vita; il 14 gennaio sposò Maria Brignole Sale e pochi giorni dopo, il 28, gli morì il padre.

Si trovò così padrone di una cospicua ricchezza nel momento in cui il matrimonio lo imparentava ad una delle famiglie più in vista di Genova e gli assicurava stretti legami con l'aristocrazia e l'alta finanza francesi grazie al suocero, il marchese Antonio, già funzionario napoleonico e poi diplomatico sabaudo.