cronaca

Oggi vertice tra struttura commissariale e ditte incaricate della demolizione
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I lavori di rimozione e demolizione del moncone ovest di ponte Morandi andranno avanti indipendentemente dalle condizioni meteo. La precisazione arriva direttamente dalla struttura commissariale che fa capo a Marco Bucci. L'interruzione dei lavori è prevista solo nel caso in cui venisse accertato che la sicurezza dei lavoratori venisse meno per le avversità meteorologiche. Solo a quel punto le attività verrebbero interrotte.

Le previsioni meteo del centro Arpal hanno evidenziato che a partire dalla giornata di mercoledì saranno possibili eventi nevosi anche a bassa quota e dunque sulla costa. Oltre a questo si aggiunge la presenza di possibili forti folate di vento che renderebbero i labvori ancora più complicati. Un problema in più da affrontare per il commissario Bucci che ha dato scadenze strette per arrivare alla demolizione del ponte. Appena venerdì è stato firmato il contratto per i lavori proprio con le aziende chiamate a gestire le due fasi di demolizione e ricostruzione.

Intanto per questa mattina è previsto un nuovo incontro tra le aziende demolitrici e la struttura commissariale. La data cerchiata di rosso sul calendario dell'ufficio di Bucci è quella di giovedì 24 gennaio. E' in quel giorno che il commissario ha stabilito che una prima porzione di ponte debba essere sezionata e rimossa dal lato Ovest di ponte Morandi. Una tappa simbolica non di secondo piano nel procedere delle operazioni di demolizione. Ma il maltempo potrebbe complicare i piani.  I lavori nel cantiere sono già partiti da giorni sopra il moncone di ponente del viadotto sulla A10 crollato lo scorso 14 agosto. Dopo le prove di carico effettuate attraverso dei carrelli radiocomandati, sono partite le attività di scarificazione dell'asfalto e rimozione dei new-jersey. Ieri è stata la volta dei lavori utili a smantellare le carpenterie accessorie compreso dunque tutto il materiale ferroso.  

 
Nel frattempo di pari passo va avanti anche l'attività della magistratura chiamata a fa luce le cause che hanno provocato il crollo del ponte e la morte di 43 persone. I consulenti della procura di Genova, i professori Renato Buratti e Piergiorgio Malerba, hanno depositato in questi giorni la loro relazione sullo stato dei resti del ponte Morandi. Il documento non è stato ancora messo a disposizione delle parti ma verrà condiviso al momento della richiesta del secondo incidente probatorio. Nei mesi scorsi, i due tecnici, avevano già consegnato alcuni report in cui veniva evidenziato lo stato di corrosione dello strallo che scendeva verso destra ed era più esposto al mare. E, ancora: per i consulenti sarebbero stati utilizzati negli stralli meno cavi rispetto a quelli previsti nel progetto e mancherebbero alcune guaine protettive dei cavi. Una situazione che ha comportato un deterioramento totale di determinati punti degli stralli. L'indebolimento dei tiranti, la scarsa manutenzione, e il rinvio dei lavori di rinforzo, avrebbero così causato, per l'accusa, il cedimento della struttura.

A questo punto i pubblici ministeri Massimo Terrile e Walter Cotugno, coordinati dall'aggiunto Paolo D'Ovidio e dallo stesso procuratore capo Francesco Cozzi, stanno stringendo il cerchio sul secondo incidente probatorio che potrebbe essere chiesto entro fine febbraio. In questi giorni, infatti, si sono susseguite le riunioni tra investigatori e i due consulenti per approntare i quesiti da presentare al giudice delle indagini preliminari. Come già annunciato nei mesi scorsi, col secondo incidente probatorio salirà la lista degli indagati: attualmente sono 21 le persone iscritte nel registro, oltre alle due società Aspi e Spea. Intanto è stato fissato per il 28 gennaio l' interrogatorio dell'ex ministro delle Infrastrutture Maurizio Lupi che verrà sentito come persona informata dei fatti così come in precedenza erano comparsi dai pm Antonio Di Pietro e Graziano Delrio.