porti e logistica

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La situazione sulle linee ferroviarie che sono state interessate dal crollo del Ponte Morandi è indubbiamente molto complessa.

Per quanto riguarda il traffico passeggeri sono state trovate alcune soluzioni: ieri è stata riattivata la linea via Mignanego alle 16.30,
oggi, anche se non direttamente interessata al crollo del ponte, viene riattivato un binario tra Brignole e Quarto con possibile beneficio per i treni in transito su quella tratta. Sono invece ancora interrotte le linee tra Sampierdarena e Rivarolo e Sampierdarena e Campoligure

Il grande problema è il totale isolamento dei treni merci dal Nord al Porto di Genova. Il crollo di Ponte Morandi ha coinvolto tutti i binari isolandoci totalmente: dobbiamo rinunciare a ben 26 treni al giorno (che equivalgono a 1300 tir) che portavano fuori dal porto e verso il porto di Genova una quantità di container e materiali che ora viaggiano su gomma, aumentando il traffico su strada, e senza poter attraversare il Morandi.

Autostrade per l'Italia e chi con essa aveva la responsabilità sulla manutenzione del ponte, con un colpo solo, ha annientato i collegamenti stradali e ferroviari gettando la nostra città nel caos totale, la vita di tutti noi genovesi e di chi deve lavorare con noi. Per quanto riguarda i collegamenti ferroviari il Porto di Genova è isolato in ogni direzione.

Sia chiaro, Rfi (Rete Ferroviaria Italiana) la società che gestisce la rete e i binari, non ha alcuna colpa e, ne sono certo, vorrebbe lavorare h24 per riparare i binari e per riprendere i collegamenti ma non può toccare nulla.
In termini pratici si ritiene che in 15/20 giorni di lavoro Rfi sarebbe in grado di ripristinare i collegamenti, ma potrà iniziare solo quando gli verrà concesso il nullaosta per poter intervenire.

La Procura deve assolutamente procedere con una attenta e precisa repertazione del materiale. Mai e poi mai qualcuno dovrà poter dire che non ci sono prove o valutazioni necessarie per stabilire i motivi del crollo.
Tutti noi vogliamo che la verità salti fuori e i colpevoli paghino per quello che è possiamo definire un disastro annunciato anche troppe volte.

Quindi al momento non si può procedere con le ruspe a sgomberare dalle macerie i binari e poi partire con i lavori di ripristino.

Va anche risolto un problema di sicurezza del pilone 10 del Morandi che incombe proprio sopra gli stessi binari dove dovrebbero passare i treni. È evidente che non sta ad Rfi accertarlo. In ogni caso i soggetti preposti a certificare la stabilità di quel moncone molto grande dovranno dare una certificazione di stabilità che, finiti i lavori di raccolta dei reperti della Procura, permetta a Rfi di iniziare i lavori. In caso contrario, purtroppo, deve essere chiaro che nessuno potrà mettersi a lavorare lì sotto, né sarebbe possibile autorizzare il passaggio dei treni.
Chi si prenderà questa responsabilità?

Nel caso non venisse certificata la stabilità del pilone 10, sino a quando non ci sarà la demolizione non sarà possibile né ripristinare, né far passare treni e i tempi si allungherebbero di mesi. Nel caso invece venisse certificata la stabilità del pilone si potrebbero riaprire intanto i binari e sembra che la “demolizione assistita” andrebbe ad interessare solo 1 dei 3 binari e quindi il traffico non sarebbe interrotto.

Questa è la situazione ad oggi che ovviamente crea un enorme problema di maggiore traffico su gomma. Poi ci sono le situazioni da verificare a medio periodo come una accelerazione della costruzione della Stazione di Sestri Ponente che dovrebbe collegare Aeroporto ed Erzelli e il collegamento tra banchine del Porto di Sampierdarena e il nodo di Campasso per incrementare il traffico via ferro, necessità che sostengo e ho sostenuto da tempo anche nel mio ruolo di Senatore e con le trasmissioni Porto e Città che abbiamo prodotto con Primocanale.
Ma al momento dobbiamo risolvere il breve periodo e la riapertura di quella linea verso il nord dove passavano 26 treni al giorno è indispensabile a diminuire in parte i problemi di congestione sul traffico cittadino che prevedevo nelle mie interrogazioni rimaste senza alcuna risposta dal Ministero.