cronaca

Il Comune prepara i parcheggi vicino ai varchi portuali
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 Il rischio è la paralisi totale del traffico. Per questo il Comune di Genova cerca di correre ai ripari in anticipo. Lo sciopero nazionale dei lavoratori portuali e marittimi che coinvolgerà anche il capoluogo ligure potrebbe riversare nelle strade della città qualcosa come 500 tir impossibilitati ad entrare in porto con i varchi bloccati dall'agitazione.

È per questo che la Polizia Locale e la Polizia Stradale hanno individuato le aree di stazionamento nelle vie lungomare Canepa, Guido Rossa, 30 Giugno, Perlasca, Tea Benedetti dove una corsia per ciascun senso di marcia verrà riservata alla sosta dei mezzi pesanti bloccati dallo sciopero.

Ed ecco quindi l'invito, l'appello di Tursi ai genovesi: limitare l'uso dei mezzi privati e il transito nelle zone dove verranno temporaneamente sistemati i tir, ma già dalla mattina il caos del traffico è dietro l'angolo.

I portuali sciopereranno contro la crescente diffusione dall'autoproduzione, tramite la quale le compagnie fanno svolgere ai marittimi le operazioni di rizzaggio e derizzaggio dei carichi a bordo delle navi - attività che invece competerebbe ai lavoratori delle compagnie portuali - per risparmiare tempo e costo della mano d'opera a terra.

La mobilitazione indetta da Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti a Genova partirà dall'area portuale con un corteo che arriverà davanti alla Prefettura, "per sensibilizzare le istituzioni che - spiegano le segreterie liguri dei tre sindacati - non ci hanno mai ascoltato".

Negli ultimi tempi il verificarsi di casi di autoproduzione nei porti italiani è sempre più frequente: "Solo a Genova, ci sono stati 7 interventi della Capitaneria negli ultimi 15 giorni, ma le sanzioni sono troppo basse per scoraggiare le compagnie". La pratica dell'autoproduzione è prevista per legge solo nel caso in cui in uno scalo non siano presenti lavoratori portuali in grado di svolgerla e sempre previa autorizzazione di Autorità di Sistema Portuale a Capitaneria di Porto, "ma ormai si verificano almeno 3 o 4 casi al giorno senza nessuna preventiva richiesta alle autorità competenti".

I rischi riguardano la sicurezza, "i marittimi non sono formati per questo tipo di intervento, che viene svolto spesso durante i turni di riposo e senza remunerazione", e l'equilibrio sociale: "Con l'autoproduzione si sottrae lavoro ai portuali i cui livelli occupazionali sono già minacciati dalla crescente automazione dei terminal. Da mesi - concludono i sindacati - chiediamo un incontro alle associazioni di terminalisti e armatori, con l'AdSP come garante, ma non abbiamo ricevuto riposta".