cronaca

Città in tilt per un mini-presidio. I lavoratori scrivono al Papa
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Un centinaio di persone che bloccavano il casello di Genova Ovest sono bastate a creare un'altra giornata di caos per la viabilità del capoluogo. A protestare erano gli edili delle concessionarie autostradali, cioè i lavoratori dei cantieri, che rischiano di perdere il posto a causa di una norma contenuta nel codice degli appalti. La decisione di occupare la rampa a valle della barriera anziché sfilare in corteo si è rivelata la più azzeccata per dare visibilità alla vertenza. 

Lo svincolo di Genova Ovest è stato liberato solo alle 12.15 dopo quasi quattro ore di presidio. La Sopraelevata è stata chiusa in direzione Ponente, con pesanti ripercussioni sia sul nodo autostradale sia sulle strade urbane dalla Foce a Sampierdarena. Insomma, ancora una volta basta uno sciopero per mandare la città in tilt. 

"Genova ha tanti caselli, non solo Genova Ovest. Il fatto è che non sono collegati con infrastrutture efficienti", osserva Andrea Del Grosso, docente di ingegneria all'Università di Genova. Ad esempio, da Staglieno al centro le vie percorribili sono poche. Mancano un grande parcheggio d'interscambio e un sistema di trasporto pubblico veloce. "Una volta ho perso l'aereo per Roma partendo tre ore prima da casa mia perché si era rotta la soletta sul ponte Morandi", ricorda il presidente della Camera di Commercio, Paolo Odone

Tornando alla protesta degli edili, i sindacati hanno pensato di affidarsi al Papa. Una delegazione di Fillea-Cgil, Filca-Cisl e Fenal-Uil, con rappresentanti liguri, emiliani e piemontesi, è stata ricevuta in Prefettura dal capo di gabinetto Molteni, che si è impegnato a far avere il messaggio al Santo Padre: "Noi siamo considerati merce. Siamo solamente numeri che possono essere sostituiti da altri numeri. Con costi inferiori senza alcuna attenzione per la persona, la sua dignità e al conseguente progetto di vita. Grandi poteri economici ritengono massimizzare utili e profitti esasperando il guadagno immediato in funzione del dio denaro. Sostituendo persone con altre persone costrette a guadagnare un centesimo di meno. Crediamo invece che il lavoro sia essenziale per la fioritura della persona e anche una chiave dello sviluppo sociale. Il lavoro non è una mai una merce né un mero strumento della catena produttiva. Continueremo a difendere il nostro posto di lavoro auspicando che parole di giustizia sociale siano ascoltate dalle persone di buona volontà delle istituzioni".

Sono 3 mila i posti di lavoro in bilico a livello nazionale, di cui 200 in Liguria.
Le ragioni dello sciopero sono da ricercare in una norma presente nel nuovo codice degli appalti che non permetterebbe ad Autostrade di affidare il lavoro in appalto per più del 20% del servizio. I sindacati chiedono che, attraverso la legge di stabilità, possano essere variate le percentuali di affido: 40% in appalto e 60% in house, come accade a livello europeo. Una proposta di modifica è già stata condivisa con Gentiloni e Delrio. Insomma, ci sono spiragli per trattare.