cronaca

Cittadini contro l'ipotesi choc: "Anche le navi portano lavoro"
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"Petrolchimico? No, grazie. Inquinamento ne abbiamo già abbastanza". I residenti di Sampierdarena sembrano quasi stufi di ribadirlo. Anni di manifestazioni, presidi, proteste, lettere alle istituzioni per opporsi al vecchio progetto di un polo di stoccaggio e movimentazione, secondo tanti potenzialmente pericoloso, sotto la Lanterna, al posto dell'ex centrale a carbone Enel in dismissione. Poi il Comune e la Regione dissero no, e fu per tutti un sollievo. Ora però l'ipotesi è tornata di moda su spinta della famiglia Ottolenghi, che ha ingaggiato con Aldo Spinelli un duello a distanza nel comitato di gestione del porto. 

Altra ipotesi per l'utilizzo dell'area sono i traghetti. Spinelli e Aponte, i nuovi proprietari del Terminal Rinfuse insieme ad Ascheri, vorrebbero portare qui le navi merci di Tirrenia e Gnv. Una soluzione vista con favore dal presidente Paolo Emilio Signorini, anche perché consentirebbe di risolvere in parte la storica carenza di banchine per i terminal vicini, ma che ha trovato all'interno del board il veto dell'ex sindaco Marco Doria, ancora al suo posto nel comitato di gestione, e di Rino Canavese, il rappresentante del Comune di Savona. 

"Meglio i traghetti, senza dubbio. Almeno portano denaro". Ma anche il petrolichimico, no? "Però quello porta anche inquinamento. Siamo stufi di fare solo gli interessi delle multinazionali". Girando per le strade di Sampierdarena, in piazza Barabino e dintorni, i residenti si schierano quasi tutti contro l'ipotesi di una 'Multedo due' davanti al simbolo della città. Un martirio per l'amato faro: prima la brutta centrale elettrica, ora, chissà, i cisternoni della Pir. Ma c'è anche chi fa spallucce: "Non mi importa, non me ne intendo. Se portano lavoro, uno vale l'altro".

Di certo, al momento, l'ormai ex terminal rinfuse è fermo. Decisione rinviata, e nel frattempo, senza più centrale né combustibile, 35 lavoratori della 'Pietro Chiesa', gli storici carbunin, sono in cassa integrazione, in attesa di trovare un accordo con la Culmv discusso da mesi ma mai definito. "Sarebbe ora che il nostro porto si ammodernasse e riprendesse a camminare, come una volta", ci dice una signora in via Dottesio. Non mancano le controproposte bizzarre. "Ci facessero lo stadio, ma quello del Genoa - ci grida un giovane dal balcone di casa - Porterebbe lavoro e toglierebbe il degrado, e qui ne abbiamo tanto bisogno". Nella blucerchiata Sampierdarena, una risposta doppiamente audace.