Quel ‘Tutto’ pronunciato dal 'Cucciolo', come Pietro Pellegri è stato ribattezzato nello spogliatoio rossoblù, riassume sul pullman rossoblù di ritorno da Roma quello che ha vissuto, la giornata da sogno di quel sedicenne nato con la voglia di stupire. Il gol nel Totti Day, l’abbraccio con Juric, la voglia di stringere forte quel papà che da qualche mese è il Team Manager della prima squadra e che genoano fino al midollo gli ha trasmesso la passione del Genoa. Pietro Pellegri con quel gol al 2’ minuto di Roma-Genoa nel giorno del pupone in un ideale passaggio di testimone, è il terzo più giovane marcatore della serie A di tutti i tempi. L’irraggiungibile per ora è Amadeo Amadei bandiera giallorossa della fine degli anni trenta, che ha esordito alla stessa età di Pellegri ma che ha segnato a 15 anni e 280 giorni.
Al secondo posto c’è il primo pallone d’oro italiano un certo Gianni Rivera, e al terzo ora c’è lui Pietro Pellegri da Genova Pegli che ha segnato a 16 anni e 73 giorni precedendo anche un certo Gino Collaussi che vinse un mondiale nel 1938. Storie di altri tempi anzi no, di ieri, di un ragazzo che ha colto l’indecisione della difesa giallorossa e ha trafitto Szcencny per entrare nella storia, l’inizio di una bella storia, ancora tutta da scrivere. A Londra e Manchester ci sono già da due anni relazioni lusinghiere su Pellegri da parte degli osservatori della Premier League.
Lui ora deve crescere, sotto la Lanterna, in quella Pegli che lo ha fatto nascere come persona ed esplodere come calciatore. Il futuro può attendere.
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