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Tavolo tra Regioni per un protocollo definitivo
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In vista della prossima estate e cercando una soluzione di prospettiva basata anche su tecniche innovative di recupero e riutilizzo delle acque, l'assessore regionale emiliana Paola Gazzolo ha riunito nel pomeriggio a Piacenza un Tavolo istituzionale per discutere della nuova intesa da raggiungere con la Regione Liguria sui rilasci di acqua dal bacino del Brugneto. Sul tavolo in particolare: l'uso della risorsa idrica a fini irrigui per il territorio piacentino e il rinnovo della concessione interregionale ad uso idroelettrico per la Liguria.

All'incontro erano invitati parlamentari, consiglieri regionali e sindaci del territorio. Tra i presenti l'onorevole Marco Bergonzi, i consiglieri Gianluigi Molinari, Katia Tarasconi e Tommaso Foti, nonché i rappresentanti delle associazioni agricole. "Sull'acqua - ha detto Gazzolo - non sono ammissibili divisioni politiche: tutto il territorio piacentino manifesta la sua posizione con voce univoca, al di là delle differenze di parte. Ad inizio stagione l'invaso del Brugneto è quasi pieno con 23 milioni di metri cubi d'acqua, un dato rassicurante sul possibile rilascio straordinario per i prossimi mesi a favore della provincia di Piacenza nel caso permanga la situazione di siccità".

"Con la Regione Liguria - spiega - è avviato un confronto per costruire un protocollo interregionale definitivo e non più a scadenza periodica, con il quale definire la priorità dei fabbisogni e dei molteplici usi della risorsa idrica: l'invaso deve mantenere le attuali potenzialità di rilascio mettendo al primo posto, insieme alle esigenze idropotabili genovesi, quelle irrigue piacentine nel pieno rispetto dell'ambiente".

Inoltre dalla Regione Emilia è già stato chiesto ufficialmente all'Autorità distrettuale del fiume Po di attivarsi per definire l'accordo interregionale, attualmente scaduto, necessario per rinnovare la concessione sull'utilizzo della risorsa idrica per la produzione di energia idroelettrica.

I rilasci dal Brugneto, secondo Gazzolo, rappresentano però solo uno dei temi sul tappeto: "Sono un tassello di quadro ben più ampio di azioni non più rimandabili. Serve guardare alle esperienze più innovative e all'avanguardia attivate anche sul territorio regionale: nel reggiano, a Mancasale, è entrato in funzione un impianto di depurazione che consente ogni anno all'agricoltura di recuperare 5 milioni di metri cubi d'acqua di buona qualità e in modo flessibile a seconda delle necessità. Una sperimentazione simile potrebbe essere attivata a Borgoforte. Si tratta di un intervento da approfondire insieme a tutte le altre azioni del Contratto di fiume del Trebbia, che farà sintesi sulle proposte in campo, sulla loro sostenibilità e fattibilità".