politica

La corsa verso le elezioni
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 L'Americano, rigorosamente con la maiuscola, ma senza K, l'Etnico con la stessa maiuscola e, ovviamente, il Tenore, cioè Marco Bucci, Gianni Crivello e Luca Pirondini, sono i tre candidati sindaci che si stanno preparando alla battaglia finale.


Certo: Pirondini e Crivello non sono ancora ufficiali e ci sono altri pronti a partire come l'Arcangelo, nel senso di Merella, sfidante civico di ottimo contenuto e il Mister X di “Sinistra Italiana” e “Possibile” più, probabilmente, “Effetto Genova”, a voler correre, ma la disfida nella quale Genova si gioca il futuro sarà tra questi tre. Sfida per andare al ballottaggio, semifinale per conquistare la finale, il testa a testa che a giugno deciderà chi ci guiderà per i cinque anni più complicati della nostra storia amministrativa recente.

E allora Genova può sognare o meglio immaginare quali saranno le tre città che i tre hanno in testa, che ci prometteranno per i prossimi settanta-ottanta giorni durante questa campagna, stretta di tempi, piena di immagini e suggestioni. Sono città diverse, sogni diversi, tagliati su personalità quasi diametralmente opposte.

L'abbiamo già capita la Genova di Marco Bucci, il manager che ha incominciato a descriverla a Mario Paternostro nella sua prima intervista: appunto una città un po' americana, industria avanzata, hig tech, logistica, turismo, collegamenti, il tutto ben confezionato da un ex boy scout che ha nel suo vangelo di lasciare le cose meglio di come sono state trovate. Bisognerà equilibrarla questa città con i programmi già lanciati dal governatore ligure Giovanni Toti, che parla di una Superba da recuperare incominciando dal suo disegno urbanistico, forte, aggressivo. E anche se adesso l'Americano non lo pensa, sarà necessario far entrare nella sua ricetta i punti cardini del credo leghista, sull'accoglienza degli immigrati per esempio, che Bucci ha già declinato in quanto ex emigrante negli Usa...Sarà, questa del primo sogno, necessariamente una città “americana”, veloce, quasi scintillante nelle sue nuove modernità, dagli Erzelli, che sono la casa del neocandidato, in avanti.

La Genova dell'Etnico, nel senso di attaccato fortemente al suo territorio, Gianni Crivello, è molto diversa. Tutta distesa nella difesa prima di tutto del proprio territorio in pericolo, dalle alluvioni, dal dissesto idrogeologico, dai rischi ambientali. La città dell'assessore ai Lavori Pubblici uscente è un grande cantiere di manutenzione ordinaria e straordinaria, nella quale la prima parola programmatica sarà la legalità e la seconda il lavoro. Se ci immaginiamo un Bucci americano, che da buon chimico prepara la formula urbana negli alambicchi dei laboratori di Erzelli, il banco di lavoro di Crivello, l'Etnico, è una periferia, in bilico tra rischio ambientale, degrado e immigrazione. Quindi c'è una bella differenza.

La Genova del Tenore Luca Pirondini, ancorchè non delineata nelle contese interne al suo Movimento in lite interna, non avrà i prevedibili acuti della primaria professione del proprio candidato. I sogni grillini sono soft, si risolvono in frenate rispetto ai grandi piani infrastrutturali, agli sconvolgimenti urbani, agli interventi forti sul territorio. Prima di tutto viene l'ambiente da difendere, il reddito minimo di cittadinanza da conquistare, i beni primari da garantire a ogni cittadino. Lo sviluppo è questo, non un orizzonte di potenti cambiamenti, più vicino a quella che all'inizio del grillismo si definiva un po' sommariamente, la decrescita felice.

Smettiamola ora con i sogni e le visioni un po' oniriche dei tre primi ancora un po' ipotetici (in parte) candidati. In realtà la battaglia per conquistare Tursi non sarà tra immagini così edulcorate, suggerite all'indomani della discesa in campo. Senza ricorrere alla storica definizione del socialista barese Rino Formica, epoca craxiana, che definiva la politica tout court “sangue e m.....”, lo scontro sarà duro, molto più duro, terrà conto, almeno nel caso della Destra e del centro sinistra, di equilibri dentro a coalizioni che si sono accordate o che si stanno accordano con prezzi non leggeri da pagare.

Cari genovesi si può, quindi, sognare un po', mentre i candidati si schierano, ma poi bisogna mettere bene i piedi in terra per scegliere tra l'Americano, il Tenore, l'Etnico e gli altri possibili concorrenti.