
I vigili del fuoco e gli agenti delle volanti hanno trovato due inneschi del rogo proprio sulla porta. Le indagini sono volte adesso a capire chi possa avere appiccato le fiamme. La donna, 30 anni, e la figlia, nove, erano rimaste lievemente intossicate e sono state ricoverate per precauzione, rispettivamente, all'ospedale San Martino e al Gaslini. Le loro condizioni sono migliorate e sono già state dimesse.
All'origine del gesto, secondo gli inquirenti, potrebbe esserci una vendetta o l'intolleranza razziale. Perché i due occupanti dell'appartamento che per primo ha preso fuoco - il rogo si è esteso anche a quello vicino - risultano abusivi da nove mesi. E la tecnica usata fa intendere che qualcuno volesse fargliela pagare: stracci e benzina sono stati trovati nel corridoio.
Ora l'episodio è al vaglio della Procura, che ha affidato le indagini alla squadra mobile della Polizia. Gli inquirenti, coordinati dal pm Emilio Gatti, stanno sentendo in queste ore vicini e conoscenti della famiglia e stanno cercando telecamere nella zona che potrebbero avere immortalato la fuga dell'attentatore.
Secondo alcuni testimoni, in passato c'erano state liti tra gli abitanti legate proprio alla presenza di quella famiglia marocchina. Il capofamiglia è noto per piccoli precedenti di spaccio, e non si esclude nemmeno un'azione intimidatoria.
IL COMMENTO
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