cronaca

Nuove indagini sull'omicidio-suicidio del poliziotto
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Mauro Agrosì, il poliziotto che ieri mattina ha ucciso moglie e le due figlie e poi si è ucciso, aveva chiesto anche un altro prestito all'Inps, con la cessione del quinto, oltre a quello ottenuto dalla banca. È quanto emerge dall'inchiesta della squadra mobile di Genova, coordinata dal pm Emilio Gatti.

Si indaga sempre per capire come mai l'agente, che rivestiva un ruolo amministrativo al VI reparto mobile di Bolzaneto, avesse chiesto in prestito tutti quei soldi. Forse aveva un grosso debito da saldare a qualcuno che non era più disposto ad aspettare, ipotizzano gli inquirenti. Oppure aveva ripreso a spendere i soldi in 'gratta e vinci', anche se dalle indagini è emerso che Agrosì aveva smesso da alcuni mesi di comperare i biglietti di lotteria istantanea ed era riuscito in qualche modo a uscire da quella ossessione.

Gli agenti hanno anche acquisito un post che la figlia più grande, Martina, aveva scritto sulla sua pagina Facebook poche ore prima della strage.



Si riferiva a qualcuno che tormentava la famiglia? O si tratta di un semplice sfogo di una adolescente alle prese con litigi tra coetanei?

Intanto questa mattina il medico legale Francesco Ventura ha eseguito l'autopsia sul corpo delle quattro vittime confermando il numero di colpi esplosi: tre per la moglie Rosanna Prete, due per la figlia di 10 anni Giada e uno per Martina, 14 anni. Dall'esame è stata esclusa la presenza di sedativi nel sangue delle tre donne, che quindi sono state uccise nel sonno.

Secondo il medico curante di Agrosì, l'uomo non era malato nè aveva mai manifestato o rivelato sintomi di stress. Gli investigatori, per accertare se nella vita dell'uomo ci fosse un buco nero che ne minava l'equilibrio psicofisico hanno ascoltato familiari e colleghi e sequestrato il suo cellulare, che sarà analizzato, come quelli della moglie e della figlia maggiore