cronaca

Rispetto a quarant’anni fa nel mondo ci sono 300mila preti e suore in meno
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Dieci ingressi, dieci matricole per il seminario arcivescovile ‘Benedetto XV’ di Genova. Non succedeva da anni, qualcuno in Curia dice forse da 20, 30 anni. Quello che è certo è che per il rettore monsignor Michele Cavallero che a tutti dice “chiamatemi don Michele ” ‘l’anno scolastico’ in seminario sulle alture della città, al Righi, inizia con un sorriso, e non succedeva da un po’.


E anche se – come ricorda  don Michele – “non si può parlare di un’inversione di tendenza rispetto al calo delle vocazioni”, fenomeno del nostro Occidente ma che ora si affaccia anche nelle diocesi del Sud del mondo che iniziano a essere un po’ meno pieni rispetto al passato, è sicuramente una notizia per la nostra città.
 

“Questo è un anno sicuramente buono, il problema  non è tanto in quanti iniziano ma in quanti arrivano alla fine del percorso” insomma un po’ come succede per l’università.


“Formare parroci” questo l’obiettivo svolto in seminario. “Il nostro territorio è variegato: si va dalle zone operaie o ex-operaie purtroppo, dove troviamo le parrocchie più vivaci, ai quartieri residenziali del centro”. Per Cavallero è “indispensabile la capacità di reggere e di stare nelle relazioni con le persone, di condividere con le persone la vita essendo inseriti nella vita, perché la gente ha bisogno di essere accolta e ascoltata. L’espressione “ospedale da campo” di Papa Francesco non è qualcosa di campato in aria”.


Il seminario di Genova accoglie ora 21 studenti della cinquantina presenti in Liguria. Rispetto a quarant’anni fa, oggi nel mondo ci sono circa 300mila preti e suore in meno. Papa Francesco in occasione del Giubileo della vita consacrata si è detto “disperato” per il calo delle vocazioni ma con fermezza ha ricordato che “non si può accettare chiunque,  la determinazione al sacerdozio va accertata con serietà”.  E su questa direzione, e non poteva essere diversamente, il rettore Cavallero “qui da noi è importante far emergere la personalità perché possano impostare una vita di ministero senza sorprese negative”.