Avrebbero permesso a parenti e amici di fare numerosi esami clinici senza pagare il ticket, utilizzando la procedura informatica 'Labin' che permetteva "in modo illecito e del tutto ingiustificato, di bypassare la rendicontazione dell' attività svolta e i relativi costi all'Amministrazione sanitaria".Nei guai sono finiti 37 dipendenti del laboratorio di analisi dell'ospedale San Martino di Genova, tra cui il direttore del laboratorio, ai quali la procura della Corte dei Conti chiede un risarcimento danni di oltre 390 mila euro, equivalente alla somma sottratta alle casse della struttura sanitaria.
I fatti risalgono al 2008-2011, quando i Nas iniziarono una indagine sull'illecita esecuzione di analisi chimiche e anatomopatologiche in varie strutture pubbliche tra cui il San Martino. Le indagini, che penalmente non sono ancora concluse, avevano riguardato vari filoni tra cui l'utilizzo del 'Labin'.
Per il pm contabile non ci sono dubbi sulle responsabilità dei 37 dipendenti: nelle dichiarazioni a verbale, in molti ammettono le responsabilità raccontando dell'utilizzo della procedura di accettazione di esami clinici che permetteva di evitarne la rendicontazione. Per la procura, il direttore della struttura era consapevole di quanto accadeva e avrebbe tollerato comportamenti che avrebbe dovuto denunciare.
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