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Piccoli commercianti in rivolta, M5s: "Un regalo alle lobby"
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Il Consiglio regionale ha approvato a maggioranza il nuovo testo unico sul commercio. Un risultato che arriva dopo una lunga seduta a porte chiuse "per ragioni di sicurezza" intervallata dalle proteste degli esercenti rimasti fuori dall'aula e segnata da polemiche da parte delle opposizioni. La legge voluta dalla giunta Toti è realtà. Forti critiche dai piccoli esercenti, preoccupati dell'aumento dei grandi centri commerciali in Liguria. Il Pd e Rete a Sinistra si sono astenuti, il M5s ha votato contro.

Il testo unico, modificato rispetto alla versione del 2007 col ddl 94 appena approvato, prevede in sostanza nuove regole per la grande distribuzione organizzata. Sono previsti criteri più equi di accesso al mercato, con possibilità di aprire nuove strutture su terreni già edificati. "La Regione - si legge nel comunicato - darà un parere preventivo all'inizio dell'iter autorizzativo per l'insediamento di nuovi strutture di vendita, facendo riferimento a criteri di carattere ambientale, tenendo conto di criteri su inquinamento, rischio idrogeologico, viabilità e aree di pregio urbanistico".

La nuova legge spaventa i piccoli negozianti che hanno paura di finire schiacciati dai colossi della distribuzione organizzata. Un tema caro alla maggioranza regionale, come chiarito dalle parole di Toti: “Con la nuova legge il mercato ligure si apre davvero a pari opportunità per tutti: grande distribuzione e piccolo commercio, in equilibrio, contribuiranno al progresso economico della Liguria. Apriamo alla concorrenza in Liguria, mi auguro che al più presto Esselunga e altri gruppi arrivino nella nostra Regione. Negli ultimi decenni la scarsa concorrenza è stata pagata coi soldi dei cittadini”.

Il riferimento implicito è alla Coop, dal centrodestra accusata di difendere un monopolio di fatto sui centri commerciali in Liguria. Ma agli esercenti che vendono nei negozi tradizionali, assiepati fuori dal Consiglio sperando (invano) di partecipare in massa alla seduta del Consiglio, importa poco. “Non vogliamo che questo sia il modello, peraltro già vecchio anche all’estero, dove i centri commerciali stanno chiudendo e non aprendo – spiega Alessandro Cavo di Ascom Confcommercio – il futuro non è questo, ma il piccolo commercio”. 

Dal canto suo, la Regione tranquillizza spiegando una serie di provvedimenti a tutela dei piccoli commercianti. Ci sarà una fascia di rispetto estesa per un chilometro fuori dai centri storici, entro la quale saranno ammesse solo superfici entro i 1000 metri quadrati. Chi andrà a stabilirsi in un nuovo centro commerciale dovrà versare ai Civ 50 euro per ogni metro quadrato (40 euro in caso di ampliamenti), soldi indirettamente destinati ai negozi di vicinato. "Inoltre - spiega l'assessore Rixi - sono previsti limiti più stringenti sulle valutazioni d'impatto ambientale per i nuovi centri commerciali".

Tra le misure approvate c'è anche la proroga
dal 12 agosto al 12 ottobre del termine per la messa in regola con la carta di esercizio per gli ambulanti liguri. "Una proroga necessaria che dà ad almeno mille imprese, solo nella provincia di Genova, un periodo di due mesi per mettersi in regola dopo di che scatteranno sanzioni fino al sequestro di merce e mezzi - spiega l'assessore Rixi - diamo una boccata d'ossigeno a queste piccole imprese familiari che, sebbene a fatica, si stanno impegnando per la messa in regola".

M5S: "UN REGALO ALLE LOBBY"

Un no su tutta la linea al nuovo testo unico arriva dal Movimento 5 Stelle. La nuova legge, dicono, è "il simbolo ed emblema della grande distribuzione organizzata" e "nonostante alcuni miglioramenti si prepara a condannare definitivamente a morte il piccolo commercio in Liguria, degradando i quartieri, depauperando la qualità della vita e dei prodotti, annientando salute e diritti dei lavoratori".

"La qualità della vita delle persone è più importante della libera concorrenza - attacca Alice Salvatore - Il territorio e l'ambiente vengono prima di tutto. Per questo non è accettabile dato l'alto consumo di suolo già perpetrato in Liguria, un Testo sul commercio che preveda nuovi grandi insediamenti commerciali, anche in aree fortemente urbanizzate, visti gli effetti devastanti di questi sulla qualità della vita".

Andrea Melis spiega il motivo del voto contrario al decreto sul commercio. "La logica dei criteri è potenzialmente condivisibile, bisogna poi però valutare i criteri nel merito. Con tutti i nostri emendamenti in Aula abbiamo provato ad alzare l'asticella del provvedimento, ma ci sono stati tutti respinti. Preso atto di questo, non abbiamo potuto far altro che votare contro".

"Il mercato della grande distribuzione ormai è saturo - chiude Marco De Ferrari, relatore di minoranza del Movimento 5 Stelle sul testo - perché non si generano posti di lavoro, ma si 'precarizza' ancora di più il lavoro privato, con personale dipendente trattato come un mero strumento di lavoro e non come persona. Le liberalizzazioni di Monti hanno offerto su un piatto d'argento la possibilità alla grande distribuzione organizzata di agire sulla pelle dei lavoratori dipendenti e del piccolo commercio di vicinato".


OPPOSIZIONI CRITICHE

Il consigliere del Pd Giovanni Lunardon definisce la legge sul commercio "un passo indietro rispetto al passato che non limita la grande distribuzione, la scelta centralizza ogni decisione in mano alla Regione, che controlla ex ante attraverso una Commissione l'ammissibilità di ogni progetto".

Secondo il capogruppo di Rete a Sinistra Giovanni Pastorino "se da una parte è un fatto positivo impostare la programmazione regionale con la determinazione di criteri, piuttosto che attraverso l'individuazione dei nuovi siti per la grande distribuzione, dall'altra questo cambio di paradigma dimostra uno stato confusionale della giunta di centrodestra. Bene aver inserito criteri di contribuzione economica per l'utilizzo del territorio, qualche passo avanti per la salvaguardia dei centri storici e qualche garanzia in più per il piccolo commercio. Manca purtroppo un ragionamento più generale sulle questioni del lavoro nella grande distribuzione: un tema che prima o poi la Regione dovrà affrontare. Ma certamente il testo approvato oggi poteva essere molto migliore".