cronaca

"No al trasferimento a Ca de Pittà"
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 Gli operatori del mercato ittico all’ingrosso di Genova  vanno all’attacco attraverso una nota e chiedono risposte: “Basta silenzio dalle istituzioni”, dicono. E poi sottolineano un aspetto: “Il mercato è un patrimonio dei genovesi. Il Comune di Genova, pur incassando 650mila euro  di canoni concessori all’anno, non ha mai speso nulla nella manutenzione dell’edificio, salvo per allestire stanze per i centri sociali che neppure si sono recati nei locali per loro attrezzati e che oggi sono vuoti ed inutilizzati.

Ora, invece, intende chiudere il mercato e spostare i grossisti in una area adibita a macello di carni (Ca’ de Pitta), non solo totalmente inadeguata ai volumi ed ai ritmi di un mercato ittico ma nella quale è impossibile la sopravvivenza . Risultato: perdita di fatturato, di posti di lavoro e chiusura di aziende che sono connaturali ad una città di mare. Gli operatori del mercato ittico si sono già opposti ad un provvedimento che alcune settimane orsono li avrebbe lasciati letteralmente sulla strada (poi ritirato di fretta e furia dal Sindaco a seguito di una manifestazione di piazza) e sono totalmente contrari a trasferirsi in una struttura ancora tutta da allestire che avrà come conseguenza un calo di fatturato almeno del 50% con grave danno alle aziende ed ai posti di lavoro", si legge ancora nella nota