porti e logistica

A meno di un mese dalla fine del mandato dell'ammiraglio Pettorino
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Al giorno fatidico in cui scadrà il mandato di commissario al porto di Genova dell'ammiraglio Pettorino manca meno di un mese. Il 22 di maggio l'Autorità portuale sarà senza testa, a meno che prima di quel giorno il Governo non abbia trovato la soluzione di un nuovo commissario, o del tanto atteso presidente o, magari, di un commissario pronto a trasformarsi in presidente, quando l'agognata legge sui porti sarà varata.

I nomi che “girano” in questa triangolazione sono tanti, un po' i soliti degli ultimi mesi, un po' “rinforzati” da indiscrezioni a ondate, un po' riciclati da manovre tattiche. Il superfavorito è sempre Sandro Biasotti, il deputato di F.I., che Toti vorrebbe a fargli da contraltare a palazzo san Giorgio, ma le sue azioni sembrano declinare. Spunta il noto professor Munari, avvocato e docente universitario, un supertecnico molto competente, si sussura di Canavese, ex presidente a Savona, oggi consulente del gruppo Gavio, ma probabilmente tagliato fuori per il fatto che è già pensionato, quindi escluso dalla legge per il ruolo. Si parla di Simonetti, un tecnico molto valutato, che viene dalla Contship a Spezia. Ma sembra che il nome da qualche giorno in auge sia quello di Ariel Dello Strologo.

Non importa che a spingerlo sia stato, tra i primi, l'oggi molto vacillante sindaco-marchese Marco Doria. Il ministro Delrio ha in evidenza il nome di questo avvocato del rinomato studio De Andrè, presidente della società Porto Antico da un quinquennio e da qualche mese anche presidente anche della liquidanda Fiera di Genova. Il vertice del ministero, alle prese con la legge di Riforma dei porti, una specie di matassa inestricabile, non avrebbe nessuna intenzione di indicare per San Giorgio il plurisussurrato Sandro Biasotti, già presidente della Regione, 67 anni, “re” dell'autotrasporto e oggi mega concessionario di automobili.

Per quel ruolo chiave nell'economia genovese e italiana, oggi coperto dall'ammiraglio Pettorino, commissario ad interim, in sofferenza da tempo perchè da lui dipende anche l'importantissima Capitaneria di Porto di Genova, il ministro dei Trasporti avrebbe messo a fuoco Dello Strologo, politicamente corretto dal punto di vista del centro sinistra, ancorchè puramente un tecnico e neppure iscritto al Pd. La scelta sta “bollendo” negli uffici romani, dove accanto a Delrio ora c'è anche come suggeritore Luigi Merlo, l'ex presidente del porto genovese, nominato superconsulente proprio per attuare la Riforma tanto attesa. E ci sono stati riservatissimi “pour parler” con l'interessato, che si troverebbe davanti a una scelta molto importante da un punto di vista professionale. Non è, infatti, pensabile che egli resti anche al vertice della “Porto Antico” e della Fiera del Mare, rischiando una accusa abbastanza scontata di “asso pigliatutto”.

I contatti molto riservati si sono, però, spinti tanto avanti che Dello Strologo ha anche studiato l'ipotesi di dimettersi, ovviamente in via provvisoria, dall'albo degli avvocati. La carica presidenziale non è, infatti, compatibile con l'esercizio della professione. Dal punto di vista del candidato, quindi, la strada verso la nomina è assolutamente possibile e sicuramente gradita: si tratterebbe di un coronamento di carriera molto significativo.

E' vero che aprirebbe anche la doppia partita per trovare un successore alla Fiera e al Porto Antico, ruoli quasi sicuramente unificabili, come è già avvenuto nella persona di Dello Strologo stesso. Ma qui non si fanno ancora né nomi, né ipotesi. Si sottolinea solo che sopratutto per il Porto Antico è decisivo il ruolo del sindaco di Genova.

La notizia di questa “propensione” di Delrio è trapelata insistentemente nella cerchia degli amici di Ariel Dello Strologo, che ne parlano come di una ipotesi oggi accreditata. Domani chissà..... ma le difficoltà di questa partita sono sopratutto dall'altro lato della scelta: riuscirà il ministro a sostenere fino in fondo questa eventuale opzione o si scontrerà frontalmente con il governatore della Liguria Giovanni Toti, che gli deve concedere “il concerto” e che si è già stra esposto per avere a Palazzo san Giorgio Biasotti, che aspira fortemente a sedersi su quella poltrona e che è sostenuto, neppure troppo segretamente, dalle potenti lobbyes portuali genovesi?

Insomma un giovane avvocato di matrice progressista , anche se non certo politicamente schierato, contro un deputato di Forza Italia, di cui è anche coordinatore regionale, con tanto di credito nei confronti di Toti, dallo stesso molto aiutato nella campagna elettorale di un anno fa. E in ballo le altre soluzioni, più o meno a sorpresa in particolar modo se in caso di conflitto forte tra Delrio e Toti, dovesse essere consultata la Conferenza delle Regioni.

Le ultime vicissitudini del Comune di Genova, il “traballamento” di Doria. dopo i ko della sua oramai quasi defunta maggioranza, potrebbero incidere in questo processo decisionale, ma non in modo decisivo.
Era stato proprio Doria con altri sindaci a gettare sulla bilancia della tanto attesa nomina il nome di Ariel Dello Strologo, in base a una logica di appartenenza da leggere in modo largo, comprendente anche la futura e già sanguinosa battaglia per le prossime elezioni di Tursi.

In ogni caso quella logica resterebbe in piedi, anzi, dal punto di vista del Pd sarebbe ancora più valida davanti alla necessità di far coincidere la scelta del porto con una soluzione per Tursi “allineata” allo stesso criterio
: tenere unita tutta la sinistra, sia quella oggi scalpitante del Pd deluso da Doria, sia la stessa “arancione” che spinse il sindaco oggi sofferente, Sel e le frange della minoranza anti renziana. Una cosa il Pd ha capito chiaramente sopratutto a Genova: solo unita la sinistra vince, altrimenti va a gambe all'aria sia contro i pentastellati di Grillo, sia contro eventuali sorprese “alla Toti” o oggi “alla Marchini”, che il centro destra potrebbe estrarre dal suo cilindro.

I pesi e i contrappesi della decisione che Genova aspetta da troppo tempo sono molti e riguardano non solo i vertici delle altre autorità portuali in ballo, ma numerose partite territoriali nelle quali il governo di centro sinistra e la Regione Liguria di centro destra devono trovare inevitabili compensazioni. Tanto per incominciare gli interventi di Roma per bonificare e mettere in sicurezza il dopo Iplom.