"Io ho registrato le stesse parole che ha registrato il signor Failla. Ci hanno fatto capire che era per spingere l'opinione pubblica affinché fosse pagato il riscatto". A dirlo Gino Pollicardo, l'ex ostaggio spezzino in Libia."Mia moglie ha avuto telefonate che ha segnalato alla Farnesina ma di quella nello specifico non mi ha mai parlato", ha confessato il tecnico della Bonatti rapito lo scorso luglio e trattenuto a Sabratha
Pollicardo ha spiegato poi di aver avuto l'impressione che quelle telefonate "sarebbero state filtrate da qualcuno in Italia". Ha poi ricordato "quei momenti drammatici" e le torture messe in atto dai rapitori per farsi fornire "i numeri telefonici di nostri famigliari e amici. Inizialmente ci siamo rifiutati ma le continue ritorsioni e violenze ci hanno indotto a farlo".
Ricordando Salvatore Failla e Fausto Piano, i due ostaggi uccisi, Pollicardo ha detto che: "eravamo colleghi, ma dal 19 luglio siamo diventati fratelli. Ci siamo voluti bene, ci siamo soccorsi perché in diversi step abbiamo avuto problemi non tanto fisici quanto psicologici. Ci siamo abbracciati, abbiamo pianto e abbiamo pregato"
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