Dopo il confronto con i magistrati di Giuliana Feliciani che deve rispondere di falso e circonvenzione di incapace, tocca alla principale accusata nell’inchiesta sulla morte di Marco Valerio Corini, la sorella Marzia. La “confessione” registrata nelle intercettazioni telefoniche, quando dice all’amica Susanna: “Marco è morto perché l’ho deciso io” le è costata l’accusa di omicidio volontario.
Corini era malato di cancro da tempo, ma il 25 settembre sarebbe morto per una dose massiccia di sedativi, che la sorella le avrebbe somministrato per impedirgli di redigere un nuovo testamento, a favore della convivente Isabeau Barrack.
Da quanto trapela, davanti ai magistrati, la Feliciani avrebbe scaricato sulla sorella di Corini anche le responsabilità legate al testamento scomparso, e alla decisione di scriverne uno, fatto firmare al fratello quando non era in grado di intendere e di volere.
Anche per questo Marzia Corini, che nelle ultime ore ha revocato l’incarico agli avvocati Enrico Marzaduri e Alessandro Rappelli, sostituiti da Tullio Padovani e Anna Francini, potrebbe avvalersi della facoltà di non rispondere.
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