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Referendum costituzionale e Piano casa tra gli argomenti del deputato di Sinistra italiana
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È previsto per venerdì 19 febbraio l'incontro per portare il gruppo parlamentare Sinistra italiana a diventare un vero e proprio partito politico. Ospite a Punto Direttore l'onorevole Stefano Quaranta, per parlare del nuovo percorso. Gli altri temi correlati sono stati il Referendum costituzionale e il Piano casa ligure.

Sinistra italiana è un gruppo parlamentare ma non è ancora un partito
– "A partire da venerdì inizierà il percorso costituente di questo nuovo partito che nasce per dare risposte ad alcuni vuoti della politica odierna. Faccio tre esempi: sviluppo sostenibile e nuovo sviluppo economico, qualità della democrazia e riforma costituzionale. Noi pensiamo che oggi ci sia bisogno di un'offerta politica adeguata sia in Italia che in Europa: siamo fortemente europeisti ma non a sostegno di questa Europa a cui serve nuova linfa democratica."

Quali sono le differenze tra Sinistra italiana e Sel o altri gruppi a sinistra del Pd? – "La differenza con Sel è l’importanza della sfida: Sel sarà una parte di Sinistra italiana. Per fortuna nei mesi passati i pezzi significativi del Pd hanno aperto una riflessione e abbandonando quel partito, come Sergio Cofferati. L'importanza della sfida impone che tutti le parti della sinistra si rimettano in discussione per costruire qualcosa di nuovo che sia all’altezza della situazione. L’intento non è sopravvivere ma essere egemonici e concorrenziali al renzismo."

In Liguria qual è lo stato di Sinistra italiana?
– "Sinistra italiana nasce con il percorso che inizierà venerdì, per ora esiste solo un gruppo parlamentare. In Liguria abbiamo già sperimentato forme di aggregazione come Rete a sinistra, che possono fungere da moltiplicatore di energie, soprattutto se non sono fatte esclusivamente da un ceto politico ma riescono a mettere in moto energie positive nella società. Noi ci rivolgiamo innanzitutto al mondo del lavoro, della scuola e dell’università perché è necessario produrre idee nuove, più che mettere insieme i pezzi del ceto politico. La sfida, dunque, è alta e ambiziosa e a partire da venerdì andremo a rivolgerci a tutti coloro che pensano che ci sia la necessità di qualcosa di nuovo. Occorre un salto di qualità."

Elezioni comunali a Savona: Sinistra italiana ci sarà e come si comporterà?
– "Saranno i cittadini di sinistra savonesi a decidere come partecipare alle elezioni comunali. È chiaro che noi siamo per una forte discontinuità rispetto all’amministrazione uscente, con cui abbiamo avuto a che fare: a Savona si sta provando un percorso di aggregazione simile a quello fatto per le elezioni regionali e sta iniziando a dare buoni frutti, anche se la situazione rimane ancora confusa."

Per quale motivo discontinuità con la giunta Berruti?
– "Discontinuità perché non si è contraddistinta nel dare risposte nuove. Ci sono molte tematiche che andrebbero affrontate in modo innovativo: il problema dell’industria e quello del porto, ad esempio. Ci sono tanti elementi su cui bisogna ragionare e provare a tirare fuori idee nuove."

Carlo Freccero ha detto che Savona è diventata una ‘città pattumiera’, condivide questa affermazione?
– "Si tratta di un giudizio forte che suggerisce l'idea di agire con qualcosa di diverso. Stimo molto Carlo Freccero ma credo che la proposta di una candidatura sia stata sbagliata. La sinistra deve ripartire dai contenuti, prima che dalle persone. Una delle sconfitte culturali della sinistra è l’individualismo e il personalismo presente in politica che in sostanza non porta a niente. Abbiamo deciso dunque di procedere prima con l’elaborazione della nostra visione della città e poi solo alla fine sceglieremo il candidato."

Cosa c’è del Piano casa della Regione che non condividete e che cosa potete consigliare?
– "Innanzitutto servirebbe una normativa nazionale che dia parametri e principi a cui i piani casa regionali si possano attenere. Attualmente abbiamo un vuoto legislativo nazionale. In secondo luogo, la situazione della Liguria: il territorio ligure non ha bisogno di ulteriori costruzioni, bensì di manutenzione. In questo senso si potrebbero fare alcune operazioni per bilanciare l’edilizia nella nostra Regione. Noi abbiamo svolto un’interpellanza al Governo per chiedere che il Piano casa di Toti sia impugnato presso la Corte Costituzionale: dal nostro punto di vista va contro gli articoli 9 (tutela del paesaggio), 32 (difesa della salute dei cittadini), 117 (tutela dei parchi) e 118. Questo Piano casa bypassa le prerogative dei comuni e, per quanto riguarda la tutela dei parchi, c’è un’invasione di campo rispetto a un livello legislativo statale. Le ragioni per impugnare il Piano casa davanti alla Corte Costituzionale sono dunque tutte ottime."

Si costituisce anche a Genova un comitato del no per la riforma costituzionale: perché no e perché a Genova il comitato?
– "Intanto saranno più comitati del no soprattutto perché i contrari a questa riforma costituzionale hanno origini politiche diverse: la Lega, Forza Italia e anche il M5s è per il no. Noi siamo interessati a far vivere un punto di vista di sinistra. Il problema di fondo è che si pensa di uscire dai problemi del nostro Paese delegando tutto il potere a una persona sola: la riforma costituzionale combinata con la legge elettorale, il cosiddetto 'Italicum' che andrebbe chiamato 'Leopoldum' poiché fatto ad uso esclusivo di Renzi, serve ad accentrare tutti i poteri sul Premier. Noi crediamo che si esca dai problemi del nostro Paese facendo circolare idee nuove, aumentando gli spazi di democrazia e non certo concentrando il potere in una persona che ha dimostrato di non avere le capacità per risollevare il nostro Paese."

A chi vi accusa di essere il partito del no che cosa dite? - "In verità non è così: sul Piano casa, per quanto riguarda il rilancio dell'edilizia, noi abbiamo delle proposte nuove: molti edifici andrebbero recuperati, il potenziamento energetico non è previsto nel Piano casa ma andrebbe preso in considerazione, il tema degli immobili regionali e il tema della grandezza degli immobili sul nostro territorio. È necessario sfruttare ciò che abbiamo ed evitare il massacro del territorio. Per quanto riguarda le riforme costituzionali siamo più avanzati nelle nostre proposte rispetto a quelle di Renzi: siamo per il monocameralismo."

Il monocameralismo: se una camera serve per controllare il lavoro dell'altra?
- "Io sono per il monocameralismo e al contempo per rivedere i regolamenti parlamentari: se le commissioni parlamentari avessero maggiori poteri, il lavoro dell'Aula potrebbe essere quello di controllo delle commissioni stesse. Un domani si potrà pensare ad un senato delle regioni, ma solo dopo che esse saranno riformate."