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Ma da dicembre il Comune potrà fare ricorso
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Il Puc di Genova arriva finalmente in fondo al tunnel. Il Consiglio ha approvato in extremis la delibera con cui si accettano le prescrizioni della Regione, evitando così che rientrasse in vigore il vecchio Puc del 2000.

Comunque, stata una giornata all'insegna del mal di pancia per la maggioranza di Tursi. Anzitutto, perché ha strappato il via libera grazie a un solo voto di scarto: su 37 presenti, 18 hanno votato sì, 14 si sono astenuti e 5 non hanno partecipato al voto: tra questi l'intero Movimento 5 Stelle e un consigliere Sel. Se il resto dell'opposizione avesse fatto lo stesso, sarebbe saltata la seduta.

Ma il malumore cresce contro quella che viene vista come un'ingerenza della Regione: “Abbiamo dovuto prendere atto senza alcuna convinzione delle osservazioni della Regione al Puc - commenta la consigliera della Lista Doria Clizia Nicolella - non siamo convinti della procedura, che limita la sovranità del Comune in materia urbanistica”. Fatto sta che un “no” avrebbe significato mandare all'aria l'intero Puc per tornare al vecchio.

Le principali prescrizioni regionali al Puc riguardano la rimessa Amt in via Maddaloni alla Foce, destinata dal Comune a sito residenziale, gli immobili di Multedo (ex Datasiel, edificio Coop, altri fabbricati) che non potranno essere abbattuti e ricostruiti per nuovi insediamenti fino a quando per quell'area non saranno avviate le procedure di messa in sicurezza. Identico discorso per l'area Esaote, in via Siffredi, dove secondo le normative non potrà essere costruita una struttura di grande distribuzione (2.500 metri quadrati) mentre sarebbe possibile realizzarne una media struttura di vendita, di 1.500 metri quadrati. Per quanto riguarda le Officine Amt Guglielmetti, la prescrizione regionale al Puc non permette la demolizione delle officine e la realizzazione di un nuovo immobile, possibile invece la ristrutturazione delle attuali grandi strutture di vendita.

Prescrizioni che si traducono in una stangata alle Coop, dove alcuni vedono invece una mossa a favore dell'altro gigante della grande distribuzione, Esselunga, come il pentastellato Paolo Putti: “È una Regione che vuole sostituire i grandi marchi dei supermercati preferiti dal Comune con altri marchi senza una vera progettazione urbanistica al servizio dei cittadini”.

Dall'entrata in vigore del Piano, il 2 dicembre, il Comune potrà ricorrere al Tar contro le prescrizioni regionali. Così Simone Farello, capogruppo Pd a Tursi: “È molto negativo il metodo assunto dalla Regione, c'è anche una questione di merito: finché la Costituzione prevede che l'urbanistica sia in capo comuni, un Comune deve essere giudicato sulla sua capacità, la Regione non può subentrare al posto di una competenza comunale”.

Il vicesindaco Bernini precisa: "Eravamo obbligati ad approvarlo. Temo soprattutto i ricorsi di chi si sentirà danneggiato da queste prescrizioni, dopo un lungo percorso di discussione insieme al Comune. Maggioranza in bilico? No, è una questione marginale"