cronaca

La disperazione di chi resta: "Tutto a spese nostre, il Comune ci aiuti"
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A un anno di distanza, ci sono luoghi a Genova dove il tempo pare essersi fermato all’ultima tragica alluvione che la città ha vissuto. Come in via delle Tofane, a Rivarolo, dove tra il 9 e il 10 ottobre 2014 un muraglione ha sventrato un palazzo abbattendosi sui primi tre piani. Molti appartamenti sono ancora distrutti e cosparsi di fango. Qualcuno degli abitanti ha gettato la spugna e forse non tornerà più. L’esasperazione cresce e si pretendono risposte dal Comune.

Una signora non aveva i soldi per rifarsi casa, così è scappata in Svizzera dai parenti. Anche un altro ragazzo se n’è andato, non gli sarebbero bastati tutti i risparmi che aveva. Due sposini avevano appena comprato un appartamento qui, ma non ci possono venire, ora sono in affitto a Busalla”. Emanuela, il punto di riferimento dei pochi condomini rimasti, racconta le storie di chi ha dovuto lasciare questo caseggiato maledetto, di chi ha rinunciato alla casa di una vita perché da solo non poteva farcela. Ci fa vedere le abitazioni distrutte tra calcinacci, detriti e spruzzi di fango sulle pareti. È un cantiere infernale.

Ma qualcuno è stato più testardo e ha deciso di dar fondo a tutto il patrimonio per rimettersi in piedi e ristrutturare l'appartamento. “In casa sto facendo tutto da solo, a mie spese – racconta un condomino all’opera – Il Comune? Forse non ci darà mai nulla. Io non ho più una lira. Se andiamo a cercare le persone competenti non ci considerano nemmeno”. Un altro residente, più giovane, è rimasto al verde per lo stesso motivo. “Ho una bimba di un anno, non so più come fare”.

L’amministrazione ha mantenuto qualche promessa, ma non tutte. “Il muraglione lo stanno rifacendo, la strada l’hanno messa in sicurezza. Ma vorremmo avere gli appartamenti come erano prima, ci avevano detto anche questo ma non è arrivato nessun aiuto. Siamo sempre stati calmi e pacati, ma adesso basta, siamo arrabbiati”, spiega Emanuela. “Li ringraziamo per averci dato un contributo di 400 euro per pagarci un affitto altrove. Peccato che ci volesse l’attestazione Isee e molti siano stati esclusi”.

Chi ha deciso di rimanere, oltre al dissesto finanziario, vive un incubo continuo: già lo scorso agosto l’acqua è entrata di nuovo ed è arrivata fino al primo piano. Gli abitanti si sono costruiti un muretto artigianale per limitare i danni. “Quando piove, da via Negrotto Cambiaso vengono giù acqua e fango. Qualcuno va a dormire in macchina perché ha paura”.