economia

L'indagine partita negli Stati Uniti
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Uno scandalo ha travolto Volkswagen, il maggior produttore tedesco di automobili, dopo un'inchiesta dell’Environmental Protection Agency degli Stati Uniti.
È stato rilevato che il software installato sulle centraline dei motori 4 cilindri diesel Volkswagen e Audi è in grado di falsare il risultato dei test sulle emissioni inquinanti. Il sistema riconosce quando la vettura è in fase d’esame e abbatte gli scarichi. Ma i livelli d’inquinamento reali sono ben più alti. I modelli incriminati sono stati prodotti dal 2009 al 2015. La Volkswagen stessa ha ammesso il fatto e ha annunciato che accantonerà 6,5 miliardi per far fronte alle conseguenze dello scandalo.

Intanto, la società tedesca ha già perso 15 miliardi di capitale e vede seriamente minacciato il prestigio del marchio. Ieri il calo in borsa ha superato il 17%, oggi ha già toccato il 20%. Washington ha aperto un’indagine penale, Volkswagen rischia di pagare una multa di 18 miliardi di dollari. Mezzo milione di auto sono già state ritirate dal mercato.

Anche il ministro italiano Galletti ha avviato un’indagine sulle vetture vendute nel mercato italiano: in caso di dati alterati anche in Italia bisognerà valutare lo stop delle vendite e il ritiro delle vetture.
La cancelliera tedesca Angela Merkel ha chiesto la massima trasparenza. La portavoce della Commissione Ue, Lucia Caudet, assicura: “Stiamo prendendo la questione molto seriamente. Per la sicurezza dei nostri consumatori e dell’ambiente, è necessario avere la certezza che l’industria rispetta scrupolosamente i limiti delle emissioni”.

IL COMMENTO DI ROSSI - "Se penso a come i tedeschi si permettono di parlare dell'Italia, delle copertine dei settimanali con pizza e revolver, mi vengono in mente i casi di GermanWings e ora della Volkswagen". Questo il commento del senatore Maurizio Rossi, componente della Commissione trasporti del Senato, sul caso Volkswagen.

"Questi gravi casi - continua il parlamentare del Gruppo Misto - dimostrano come la Germania debba guardare all'Italia con rispetto e pensare ai gravi problemi di credibilita' e di affidabilita' al suo interno".

"Come componente della Commissione trasporti del Senato, auspico una indagine sulle autovetture vendute in Italia - conclude Rossi - per verificare se sono anch'esse da ritirare e se siamo in presenza di eventuali falsi messaggi forniti alla clientela italiana".