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Dopo il risultato a sorpresa alle Regionali in Liguria
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Siamo sinceri come lo è stata Francesca Balzani: nessuno di noi, presunti addetti ai lavori dell’informazione, avrebbe scommesso un cent sulla vittoria del centro destra e di Giovanni Toti.  Tutti eravamo convinti che Raffaella Paita avrebbe vinto di una misura (magari scarsa). Tuttalpiù, nelle ultime ore si avvertiva una forte ascesa della simpatica Alice Salvatore, unica vera novità assoluta nello stagionato panorama che la politica ligure ci offre da alcuni anni. A parte Toti, perché il bravo collega, in fondo, è un novello, è uno che ha un suo lavoro, uno che non ha mai vissuto di e con la politica. Almeno fino a qualche mese fa.

Nonostante queste premesse eravamo sicuri che lui e il centrodestra non ce l’avrebbero fatta, soprattutto quando Edoardo Rixi aveva fatto il passo indietro. Invece i liguri hanno dato fiducia ad alcune cose: intanto la faccia nuova e non arcigna e minacciosa del pupillo di Berlusconi, poi alla sua non dipendenza economica dalla politica (con o senza cadrega Toti vive lo stesso), infine alla normalità con cui ha affrontato una campagna elettorale impossibile che si è distinta per le aggressioni verbali tra candidati.

Ora l’errore tragico che fa il Pd, a meno che Renzi non riesca a spiegarlo ai locali che hanno sbagliato tutto, è di gufare contro Toti e la giunta che riuscirà a mettere in piedi. Il rischio è che se quelli del Pd non capiranno che devono fare le persone serie con una opposizione decisa ma costruttiva, cioè non contro Toti a prescindere, perderanno l'occasione di ricostruirsi in Liguria, ma rischieranno di andare a una bruciante e tremenda sconfitta anche a Genova, quando nel 2017 si svolgeranno le elezioni comunali.

Toti può riuscire a governare laddove negli ultimi cinque anni sono stati commessi montagne di errori. Per esempio dando una linea radicalmente nuova in una sanità vecchia e fatta di compromessi, ai quali, purtroppo, molti medici si sono adattati. Ma anche nelle infrastrutture, in una politica portuale avanzata e non legata a schemi di comodo, facendo sentire la voce della Liguria in un modo nuovo, non schiavo di rituali ammuffiti e inutili. O legato a consorterie di piccoli poteri economici, finanziari e sindacali.

Il “giovane Toti” proprio per questa sua “novità” reale, può farcela, magari studiando un po’ di storia locale. Confondere Novi (ligure o non ligure?) non è così grave quanto ceffare un’allerta meteo.