Lunedì caldo, caldissimo, agli Erzelli, dove dalle ore 8 hanno incrociato le braccia i lavoratori di Ericsson per dire no ai tagli del colosso svedese della telecomunicazione. Il nuovo piano industriale prevede rischia, infatti, di produrre complessivamente 160 esuberi in tutta Italia. Di questi "solo" 3 riguardano la filiale genovese, 50 a Milano e addirittura 80 a Roma. "Questo nuovo piano segna un cambio di passo dell'azienda verso una strategia più aggressiva, con cui si passa direttamente ad una procedura di licenziamento" spiega Daniele Gadaleta, coordinatore regionale Slc-Cgil. Tra le grandi città, Genova è la meno colpita dal nuovo piano industriale. Ma - ricorda Gadaleta - I 3 dipendenti a rischio sono solo gli ultimi di uno stillicidio che in 9 anni ha visto ridurre i lavoratori da 1000 a 600. Inaccettabile".
Il presidio proseguirà fino a mezzogiorno, ma i sindacati hanno già annunciato una manifestazione nazionale e un presidio presso il parlamento. "In attesa dell'insediamento della nuova giunta regionale, con cui attendiamo di prendere contatto - spiega Gadaleta - stiamo ragionando di far intervenire il governo. Stiamo parlando di un'azienda di alta tecnologia che dovrebbe realizzare un'opera cruciale per il Paese come la banda larga".
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