Sono tre gli italiani morti nel terremoto del Nepal. I primi due, Renzo B. e Marco P. sarebbero morti sabato in Nepal, travolti da una frana staccatasi dalla montagna mentre erano impegnati a 3.500 metri di quota in un trekking nella Rolwaling Valley. Lo hanno riferito all'Ansa due loro compagni di spedizione che si trovano a Kathmandu. Il terzo è invece Oskar Piazza, uno dei 4 speleoologi dispersi.
Mancano all'appello gli altri tre: si trovavano a Langtang, uno dei villaggi distrutti dal sisma in Nepal, per una spedizione che comportava l'esplorazione di alcune gole rocciose. I contatti con Giuseppe 'Pino' Antonini, 53 anni, di Ancona, Gigliola Mancinelli, 51 anni, anche lei di Ancona, medico anestesista, Oskar Piazza, del Soccorso alpino del Trentino Alto Adige, e Giovanni 'Nanni' Pizzorni, 52 anni, genovese, esperto torrentista, si erano interrotti da sabato.
E si è ristretto proprio ai tre speleologi il numero degli italiani dispersi. Allarme rientrato, invece, per un giovane veronese e una donna bergamasca di cui si erano perse le tracce. "Fiorella ha appena chiamato a casa, sta bene, è a Kathmandu non è riuscita a chiamarci prima perchè lì è tutto distrutto, ma ha già prenotato il volo per rientrare in Italia, dovrebbe arrivare domani": Gianni Fracassetti non nasconde il sollievo per aver risentito la voce della figlia, che è in Nepal e di cui non si avevano notizie dal giorno del sisma.
E' salito a 3.617 morti il bilancio dei morti accertati in seguito al terremoto in Nepal. Lo ha reso noto la polizia. Mentre molte persone, impossibile dire quante, sono state inghiottite dai ghiacci nei crepacci che si trovano in una delle zone più pericolose dell'Everest, quella che collega il campo base al Campo 1. Lo riferisce l'associazione Ev-K2-Cnr, sulla base di quanto riportato ieri dagli sherpa sulle conseguenze di un fenomeno diverso rispetto a quello delle due valanghe.
Guide, tutto distrutto, impossibile comunicare - "Un mio amico inglese è riuscito a mettersi in contatto con le guide nepalesi. La loro spedizione nella zona dell'Everest si è salvata. Gli hanno detto che il Nepal è distrutto e il terremoto si è abbattuto con forza proprio nel Langtang e che ci sono difficoltà enormi per comunicare. Loro non hanno notizie degli speleologi italiani". Josè Scanu, tecnico del soccorso alpino di Genova ed amico di Giovanni "Nanni" Pizzorni, il torrentista di Recco scomparso insieme ad altri tre compagni durante una spedizione proprio in Nepal durante il terremoto s'aggrappa alle difficoltà di comunicazione per sperare che i quattro siano ancora in vita e che non riescano a contattare soccorritori e familiari.
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Terremoto in Nepal: 3 italiani morti, 3 dispersi Ancora nessuna notizia del genovese disperso
Le guide: "Tutto distrutto, impossibile comunicare"
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