Dal 2005 al 2014 le rimesse dei lavoratori stranieri in Italia ai loro Paesi di origine hanno raggiunto la cifra di 59 miliardi e 266 milioni di euro. Lo rivela un'analisi del Centro Studi "ImpresaLavoro" su elaborazione di dati Bankitalia. Nel corso degli anni, e tenendo conto della crisi economica, c'è stata una riduzione delle rimesse: dai 7,394 miliardi del 2011 ai 6,833 miliardi del 2012 (-7,6%) fino ai 5,533 miliardi del 2014 (-38%). Rispetto a quest'ultimo anno, si rileva che i lavoratori stranieri che hanno trasferito in patria il maggior quantitativo di denaro sono stati quelli residenti in Lombardia (1 miliardo e 119,4 milioni), nel Lazio (985,1 milioni), in Toscana (587,1 milioni), in Emilia-Romagna (459,7 milioni), in Veneto (426,3 milioni) e in Campania (306,7 milioni).
Quanto alle diverse nazionalità, nella classifica stilata dal Centro Studi "ImpresaLavoro" (che contempla cittadini di 176 nazionalità) risulta che nel 2014 i lavoratori stranieri in Italia che hanno trasferito in patria il maggior quantitativo di denaro sono quelli romeni (876 milioni) e cinesi (819 milioni). A seguire, fortemente distanziati, si collocano quelli provenienti dal Bangladesh (360 milioni), dalle Filippine (324 milioni), dal Marocco (250 milioni), dal Senegal (245 milioni), dall'India (225 milioni), dal Perù (193 milioni), dallo Sri Lanka (173 milioni) e dall'Ucraina (144 milioni).
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