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Anche quest'anno migliaia di turisti hanno partecipato a Taggia alle celebrazioni dei Furgari in onore di San Benedetto. Ogni anno il secondo fine settimana di febbraio si trasforma per la Riviera dei Fiori in un appuntamento per cui non ci si arrende neanche davanti al brutto tempo. Peraltro cosa rara nella zona.

Nella serata di sabato i partecipanti alla festa a cielo aperto sono stati riscaldati e illuminati da spettacolari falò accesi in tutti gli angoli della città. Mentre la riviera veniva illuminata da spettacolari fuochi d’artificio e fontane luminose si potevano gustare i vini delle numerose cantine taggesi e le specialità gastronomiche locali. Da domenica pomeriggio la festa dei furgari ha assunto una valenza più sacra con l'antica processione in onore del Santo. Partita dalla chiesa parrocchiale, ha attraversato il centro storico, per terminare nel Rione Colletto, ai margini del paese.

Nelle prossime due settimane, le giornate saranno scandite dall’intensa attività dei rioni, che raggiungerà l’apice nell’ultima domenica del mese con il corteo storico in cui i “Taggiaschi” indosseranno costumi medioevali per l’occasione. La manifestazione figura nella lista della Federazione Italiana di Giochi Storici che patrocina le più importanti manifestazioni in costume d’Italia.

La celebrazione ebbe origine nel 1625, per onorare un voto fatto al santo e ricordare la difesa attuata da Taggia contro i Saraceni che in quel periodo storico erano soliti sbarcare sulla costa ligure per depredarla, distruggerne le abitazioni, incendiarne le chiese e uccidere donne e bambini.

Secondo la tradizione, San Benedetto suggerì ai taggiaschi di appiccare immediatamente all’interno delle mura degli enormi fuochi, che avrebbero fatto credere ai Saraceni che quell’area fosse stata già rasa al suolo da altri predoni. La geniale trovata si rivelò vincente ed evitò un attacco che avrebbe avuto conseguenze catastrofiche per la città. Da quel giorno, gli abitanti del luogo “incendiano” Taggia.

Un’altra versione fa risalire i festeggiamenti di “San Benedetto” a circa 400 anni fa, quando il Consiglio degli anziani e il parlamento di Taggia decisero di far costruire un oratorio in onore del santo patrono Benedetto Ravelli, promettendo di festeggiarlo il 12 febbraio di ogni anno con una processione in suo onore. A questa cerimonia sacra venne abbinata la “festa dei fuochi”, che si caratterizzò da subito per l’accensione di numerosi falò nei punti più importanti della città.

L’origine di questo rito avrebbe una valenza storica e sarebbe da ricercare nelle vicende della celebre “Guerra dei trent’anni” tra la Repubblica di Genova e Savoia, quando la Valle Argentina fu teatro di combattimenti all’ultimo sangue per la conquista dei territori strategici di Bajardo, controllato da Genova, e di Carpasio, in mano ai Savoia.

Il 16 maggio 1626, dopo un’epica difesa delle truppe locali, Taggia si arrese allo strapotere militare dei sabaudi, confidando nel voto fatto precedentemente al patrono San Benedetto affinché fosse risparmiata da razzie e soprusi contro la popolazione. Taggia non pagò il dazio temuto e i Sabaudi si “accontentarono” di doni imponendo l’ospitalità alle proprie truppe e l’omaggio al duca di Savoia. La manifestazione si è meritata di figurare nella lista della F.I.G.S (Federazione Italiana di Giochi Storici), che patrocina le migliori manifestazioni in costume d’Italia