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Spazi comuni, muri divisori, l'eredità di un immobile. Le cause civili dovute a contrasti condominiali e liti tra vicini coinvolgono quasi 500 mila italiani e rappresentano quasi il 10% del totale dei procedimenti. Il dato emerge da un'elaborazione dell'ufficio studi della Camera di commercio di Monza e Brianza. L'indagine, condotta su dati Istat relativi al 2013, è stata presentata in occasione dell'undicesima edizione della Settimana della conciliazione, organizzata dalle camere di commercio italiane.

Secondo i dati, gli uomini litigano più delle donne:
solo l'8,3% di queste ultime è alle prese con una causa civile, contro al 10,3% degli uomini. Le cause legate alla casa (contrasti condominiali, liti tra vicini e sfratti) si collocano al terzo posto per numero di persone coinvolte: sono infatti il 16,2%, precedute solo da quelle per motivi di lavoro (21,8%) e di famiglia (39,5%).

L'indagine rivela poi che le regioni più litigiose per quanto riguarda le controversie di vicinato sono quelle del Sud, dove l'11,1% della popolazione ha avuto una causa contro i vicini contro, ad esempio, solo l'8,6% del Nordest.

Nelle grandi città, inoltre, si litiga meno che nei piccoli centri:
solo il 6,6% dei cittadini che vivono in città con più di 50 mila abitanti è coinvolto in processi civili, mentre in quelle di medie dimensioni (da 10 a 50mila residenti) il dato cresce fino al 10,6%.