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2mial tonnellate al giorno da smaltire, rischio ambientale concreto
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Il sindaco di Genova torna a scrivere al governatore Burlando. E stavolta ne invia copia al Prefetto Spena. Soggetto della contesa le migliaia di tonnellate di detriti e rifiuti che quotidianamente vengono recuperate dalle zone alluvionate. Dove conferirle?

Il colpo di grazia arriva con un comunicato di Amiu. In sintesi, l'azienda comunica "formalmente al Comune che i siti alternativi alla discarica di Scarpino indicati dalla Regione Liguria, con nota inviata all'azienda, sono insufficienti sia come capacità volumetrica complessiva, sia come fabbisogno giornaliero anche per la sola città di Genova". 

Nella lettera a Burlando, Doria va dritto per dritto. Il primo cittadino di Genova di fatto "ribadisce che è a questo punto indispensabile e urgente una risposta puntuale attraverso provvedimenti amministrativi che evitino alla nostra città e all'area metropolitana, già pesantemente colpite dall'alluvione, un'ulteriore emergenza ambientale.

In mezzo, il silenzio assordante di Raffaella Paita
. L'assessore alle Infrastrutture e ai Rifiuti è la figura più evanescente di questa storia. Il rischio è che si stia sottovalutando in Regione quello che può accadere, economicamente e sanitariamente. Trovare un sito fuori dalla Regione in tempi cosi brevi equivale alla spesa di un monte di soldi che difficilmente Palazzo Tursi e i genovesi possono permettersi. Ora più che mai.

Il rischio socio-sanitario diventa ogni giorno più elevato. I detriti dell'alluvione vengono accumulati in piazzale Kennedy, zona Foca, pieno centro della città. Al ritmo di circo 2mila tonnellate al giorno, il blocco di Scarpino e l'assenza di un'alternativa equivale all'innesco di una bomba ecologica con una portata difficile da quantificare.

Il sindaco Doria ha preso il cuore in mano e ha firmato una prima delibera per allungare la vita di Scarpino di 15 giorni.
Assumendosi una responsabilità che non gli dovrebbe competere. Il conto alla rovescia passa inesorabile e, come comunicato da Amiu, la Regione non ha proposto soluzioni alternative.

Ai rifiuti di Genova si sommano i detriti dell'alluvione dei 43 comuni nel Genovese e 4 in Val di Vara. Per loro le porte di Scarpino sono già chiuse In Piazza De Ferrari l'evanescenza di alcune figure rischia di traghettare la Liguria verso una emergenza ambientale che nessuno si augura.

AMIU E SCARPINO -
A causa dell'aumentare dei rifiuti da destinare alla discarica di Scarpino dopo l'alluvione, la dirigenza di Amiu, che gestisce l'impianto, ha deciso di non accogliere più, da sabato 18 ottobre alle ore 12, i rifiuti provenienti dai Comuni vicini.

La decisione è stata presa perché i volumi attualmente autorizzati allo smaltimento di rifiuti urbani e speciali non pericolosi è in esaurimento. Amiu sospenderà, comunque, i propri conferimenti a Scarpino nella giornata di martedì 21 ottobre, giorno in cui dovrebbe essere abrogata la legge regionale che permette il conferimento dei rifiuti umidi non trattati.

COMUNI INTERESSATI - Stop al conferimento a Scarpino per: Camogli, Campomorone, Casarza Ligure, Castiglione Chiavarese, Ceranesi, Chiavari, Davagna, Fascia, Fontanigorda, Gorreto, Lavagna, Mignanego, Moneglia, Pieve Ligure, Portofino, Propata, Rapallo, Recco, Rovegno, Sant'Olcese, Santa Margherita Ligure, Serra Riccò, Torriglia, Zoagli, Unione Comuni Stura, Orba e Leira.