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Dati disastrosi sulla raccolta differenziata
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Sono negativi i dati della conferenza “Comuni Ricicloni 2014” che premia i comuni più zelanti dal punto di vista della raccolta differenziata. Soltanto 11 su 235 raggiungono il 65% di differenziata, cioè il limite minimo imposto dalla legge.

In Liguria siamo molto lontani dall’essere a norma, 3 genovesi su 4 non raggiungono nemmeno il 35% e rispetto al resto d’Italia la Liguria spicca in negativo, almeno al Nord", ha spiegato Santo Grammatico, presidente di Legambiente Liguria. Il problema è che "l’adattamento percentuale, di anno in anno, cresce di pochissimo (2-3%), dobbiamo assolutamente puntare sul porta a porta e sul compostaggio. C’è la preoccupazione che Torino non riceva più i rifiuti, bisogna intervenire celermente per recuperare il tempo perso sino adesso. Speriamo venga emanato al più presto il Piano di Gestione dei rifiuti dove, se abbiamo visto scomparire la questione legata all’incenerimento, rimane comunque un dubbio perché nello stesso documento si menziona il 2020 come anno di raggiungimento del 65%. Questo non ci soddisfa e abbiamo provveduto a denunciarlo".

La Palma d’Oro per i comuni ricicloni è stata assegnata a Garlenda (81%), Arnasco (76,81%), Villanova d’Albenga (75%), Vendone (74%), Pieve Ligure (70,84%), Recco (70,56%), Levanto (68,05%) Bogliasco (67,21%), Tovo San Giacomo (68,5%), Pietra Ligure (66%), Noli (65%). Bene quindi la provincia di Savona, male sostanzialmente tutte le altre: Imperia addirittura non ha rappresentanti in questa particolare classifica.

Spicca Garlenda, l’unico sopra alla soglia dell’80%, e il sindaco Silvia Pittoli ci ha spiegato quale è la ricetta segreta di questo successo: “Volere è potere. Questa è la dimostrazione che abbiamo studiato, lavorato e creduto insieme ai cittadini in questo progetto. La raccolta è necessariamente porta a porta, sinché avevamo i cassonetti la nostra città era immersa dai rifiuti, abbiamo spinto molto il compostaggio domestico e questo è il risultato”.

Il grande interesse dei cittadini è sicuramente legato anche a un aspetto fondamentale: “In molti hanno il giardino e l’orto – ha continuato il sindaco Pittoli – e quindi questo ha spinto anche i cittadini stessi a comportarsi in maniera adeguata. La produzione di umido grazie a questo si è abbattuta di molto. Adesso è partito un progetto sperimentale di compostiere domestiche,  lo diamo ad alcune famiglie per verificare se anche in casa si può fabbricare un compost di buona qualità. E’ un sistema futuristico, in ogni caso i cittadini sono stati fantastici: evidentemente il problema dei rifiuti era sentito come importante da tutta la comunità”.